La tutela delle corna delle vacche non sarà garantita dalla Costituzione svizzera. Nel referendum del 25 novembre 2018 la bocciatura è stata netta: 55 a 45 contro le corna delle mucche.
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Il referendum
Qual era il fulcro del referendum? La possibilità di dare incentivi economici ai contadini che avessero deciso di lasciare le corna ai bovini e alle capre dei loro allevamenti.
L’iniziativa si chiama “Per la dignità degli animali da reddito agricolo (Iniziativa per le vacche con le corna)” ed è stata promossa dal gruppo “Hornkuh” di Armin Capaul, un contadino della zona di Berna che gestisce una piccola azienda agricola.
Gli elettori elvetici hanno bocciato l’iniziativa popolare e le vacche resteranno scornate.
Pubblicità vs realtà
Sui depliant turistici e sulle confezioni di cioccolato, fra montagne innevate e verdi pascoli, le vacche sono ritratte sempre con le loro corna.
Ma nella realtà la stragrande maggioranza dei bovini viene privata di queste appendici, per evitare che si facciano male fra loro nelle stalle o feriscano gli allevatori.
Secondo i promotori del referendum, la decornazione è un intervento molto doloroso per gli animali, oltre a privarli di una parte del corpo che serve per comunicare e svolgere molte altre funzioni. Oggi solo il 10 per cento di vacche e capre possiede ancora le corna.
La vittoria degli allevatori
Sia il Parlamento che il governo avevano raccomandato i cittadini di votare contro.
Si legge sul sito del governo che l’iniziativa era, secondo loro, più dannosa che utile per il benessere degli animali: «un contributo per gli animali con le corna potrebbe comportare l’aumento della costruzione di stalle in cui gli animali sono legati; infatti in questo modo la detenzione degli animali con le corna è più semplice. Inoltre le corna aumentano il rischio di lesioni».
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