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    SOS acqua: parte da Stoccolma la World Water Week dedicata a questa preziosa risorsa

    Entro il 2030 quattro miliardi di esseri umani vivranno problemi di water stress. Società civile e aziende si muovono per il futuro della risorsa idrica

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 24 Ago. 2020 alle 10:19

    Sebbene ci sia ancora troppo poca consapevolezza sul tema e sulle sue conseguenze, la scarsità idrica è ormai riconosciuta tra i fattori più allarmanti per il futuro del pianeta Terra. Le stime indicano come oggi nel mondo circa un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile e che circa 2 milioni e mezzo non dispone di acqua a sufficienza per le più basilari pratiche igieniche e alimentari.

    Ma come è possibile parlare di scarsità idrica, se l’acqua copre il 70% della superficie terrestre? Perché di questo 70% solo il 2,5% è acqua dolce, e se si escludono i ghiacci dei poli, rimane solo uno 0,1% di acqua sulla Terra destinata al consumo umano. Aggiungiamo che questo 0,1% di acqua disponibile viene prelevato pulito e restituito sporco, ossia più o meno inquinato, e ad un ritmo non sostenibile che non permette una rigenerazione della riserva naturale. Infatti, il consumo umano non modifica la quantità di acqua presente sul pianeta – che rimane costante – ma la qualità, rendendola inquinata e non riutilizzabile. Quindi, pur essendo una risorsa rinnovabile, l’acqua oggi sta diventando una merce sempre più rara a causa di un utilizzo non sempre sostenibile in ambito industriale, agricolo e domestico. Risorse come fiumi, pozzi, dighe e bacini idrici sono sottoposti a forti stress per l’eccessivo utilizzo di una popolazione in aumento, e si stanno rapidamente esaurendo. Secondo lʼOCSE, se il trend attuale non dovesse mutare, 4 miliardi di esseri umani nel 2030 vivranno problemi di “water stress”, ossia: la domanda di acqua supera la quantità di acqua disponibile pro-capite durante un certo periodo o in una certa area geografica.

    È proprio per far comprendere l’importanza di questo bene così prezioso che è stata istituita la Settimana Mondiale dell’Acqua, un appuntamento annuale per stimolare un dibattito globale sulle sfide più urgenti legate alla risorsa idrica. La World Water Week è organizzata dal Stockholm International Water Institute (SIWI) e si tiene ogni anno a Stoccolma. Qui, si incontrano esperti di tutto il mondo provenienti da diverse discipline, con l’obiettivo di collegare la comprensione scientifica con la politica e il processo decisionale al fine di trovare nuove soluzioni alle sfide idriche.

    Proprio in occasione della World Water Week e al fine di perseguire l’impegno nella sensibilizzazione di temi ambientali tra le proprie persone e nel proprio territorio, anche lo stabilimento di Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna (PMMTB), primo e principale impianto del gruppo destinato alla produzione di prodotti senza fumo, verso cui l’azienda sta dirottando tutto il proprio business con l’obiettivo di eliminare le sigarette, ha confermato il proprio impegno nei confronti di questo importante tema, sottoponendosi alle procedure per il rinnovo della certificazione Alliance for Water Stewardship (AWS), ottenuta lo scorso anno grazie agli sforzi dell’azienda nell’utilizzo responsabile delle risorse idriche del territorio. Alliance for Water Stewardship è un’organizzazione globale composta da istituzioni pubbliche, organizzazioni non governative e aziende private nata con il compito di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi legati alla scarsità idrica e al corretto utilizzo dell’acqua.

    “All’interno del sito di Crespellano viene applicata una politica a 360 gradi di gestione responsabile dell’acqua: l’attenzione per la risorsa idrica non riguarda solo ed esclusivamente il risparmio ai fini della produzione e del business, ma un risparmio e un uso sostenibile dal punto di vista etico e dal punto di vista della sostenibilità. Nel periodo dal 2018 al 2019 infatti, l’uso di acqua potabile è diminuito del 20% mentre il riutilizzo e il riciclaggio dell’acqua sono aumentati del 29%.” spiega a TPI Matteo Magagni, manager Environmental, Health, Safety di Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna.

    Per capire quanto lʼAlliance for Water Stwarship sia importante, il manager ci racconta che persino la multiutility dellʼacqua bolognese, Hera, dopo aver seguito il percorso di certificazione di Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna ha deciso di iniziare essa stessa l’iter per sottoporre alla valutazione AWS la centrale di potabilizzazione di Val di Setta. “Ed è proprio questo uno degli obiettivi più importanti della certificazione: creare un network, creare un engagement allʼinterno degli stakeholder che permettono di scambiare best practices e soprattutto di utilizzare l’acqua secondo i migliori standard di sviluppo sostenibile così come prescrive l’obiettivo numero 6 dei Sustainable Development Goals (SDGs). Lo scopo è influenzare in modo positivo tutte le aziende che lavorano allʼinterno della stessa area e che quindi attingono alle medesime fonti idriche.”

    Per conformarsi ai requisiti dellʼAWS, oltre all’implementazione di progetti volti a razionalizzare l‘utilizzo dell’acqua nei processi produttivi, Philip Morris propone diverse attività di sensibilizzazione alle sue persone. “Le oltre 1600 persone che lavorano presso il sito di Crespellano hanno partecipato ad attività di awareness per comprendere al meglio cosa sia lʼAWS e quanto sia così importante lʼuso corretto dellʼacqua”, spiega Magagni. “Non le nego che come manager di questa azienda sono contento ed onorato di far parte di una realtà come Philip Morris che dà valore non solo alle persone, ma anche e soprattutto al modo di poter capire e migliorare le cose importanti della vita. Come lʼacqua.”

    Contenuto redatto in collaborazione con Philip Morris Italia

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