Le temperature aumentano e lo fanno sempre più velocemente, e all’interno di questo riscaldamento globale la città di Milano non fa eccezione. È questo il quadro che emerge dal confronto tra successivi CLINO – CLimatological NOrmals, i periodi trentennali usati come parametri di riferimento per descrivere le condizioni climatiche di un determinato luogo.
Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (WMO), infatti, il clima è l’insieme delle condizioni atmosferiche – temperatura, umidità, pressione, venti – prevalenti in una località, regione o altra porzione di territorio nell’arco di 30 anni. Nel 2021 il nuovo CLINO di riferimento è diventato il 1991-2020, che confrontato al 1961-1990, il precedente CLINO utilizzato come parametro per attestare i cambiamenti climatici, dà la misura dell’entità e della velocità del surriscaldamento in corso. Quello che si sta verificando nel capoluogo lombardo è fotografato in particolare dai dati della Fondazione OMD – Osservatorio Meteorologico Milano Duomo relativi ai due diversi trentenni.
Secondo le rilevazioni della stazione meteorologica di Milano Centro la temperatura media annuale del capoluogo lombardo è passata dai 13.7 °C del CLINO 1961-1990 ai 14.9 °C del CLINO 1991-2020. Lo stesso parametro è inoltre aumentato sia a livello di singoli mesi (si va dal +0.7 °C di settembre fino all’incremento di ben 2 °C di agosto, da 23.3 a 25.3 °C di media) che di stagioni: +1 °C in autunno (da 13.9 a 14.9 °C), +1.2 °C in inverno (da 4 a 5.2 °C), +1.3 °C in primavera (da 13.5 a 14.8 °C) e soprattutto +1.5 °C nel trimestre estivo, la cui temperatura media è passata da 23.2 a 24.7 °C. Il progressivo riscaldamento di Milano è stato ancora più evidente nel decennio appena concluso: la temperatura media del periodo compreso tra il 2011 e il 2020 ha raggiunto infatti i 15.8 °C.
Le variazioni del clima locale rilevate dalle nostre stazioni meteorologiche, in tutta Italia e a Milano in particolare, sono molto preoccupanti – afferma Cristina Lavecchia, direttrice operativa della Fondazione OMD – Secondo infatti il rapporto speciale su cambiamenti climatici e territorio pubblicato nel 2019 dall’IPCC, Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, mantenere l’aumento delle temperature entro 1.5-2 °C prima del 2100 è l’obiettivo fondamentale della lotta al surriscaldamento globale e ai suoi pericolosi effetti. L’aumento delle temperature, della frequenza e intensità degli episodi estremi di caldo e delle precipitazioni sta già impattando negativamente sulla vita di tutti i giorni, dai consumi energetici alla gestione degli allagamenti di strade e spazi privati, dalla la mobilità alla fruizione estiva degli spazi esterni fino alla salute e al benessere della popolazione. Tutto ciò con gravi conseguenze come l’aumento della mortalità legata alle ondate di calore.
La crescente velocità del surriscaldamento in atto nella città meneghina emerge anche nell’andamento della temperatura media annuale dal 1897 (da quando cioè sono disponibili i dati digitalizzati della Fondazione OMD) al 2020. Tale serie temporale di dati presenta infatti alcuni “change points”, momenti cioè che segnano un cambio di trend evidente, pur con normali oscillazioni meteorologiche di anno in anno. Questi punti, collocati in corrispondenza degli anni 1980, 1999 e 2013, oltre a essere sempre più ravvicinati tra loro individuano intervalli temporali sempre più caldi: se il valore medio riferito al periodo compreso tra il 1897 e il 1980 era di 13.4 °C, tra il 2014 e il 2020 è diventato di 16 °C.
L’aumento delle temperature non riguarda poi solo i valori medi, ma anche gli estremi massimi e minimi. Tra il CLINO 1961-1990 e quello 1991-2020 la media delle massime giornaliere è passata da 17.6 a 19.2 °C, mentre quella delle minime è cresciuta soprattutto nell’ultimo decennio, arrivando a 12.4 °C tra il 2011 e il 2020 contro i 10.4 °C del periodo 1961-1990.
L’aumento delle minime e delle massime è causa di condizioni di disagio termico diffuso (nelle quali cioè i fattori micrometeorologici non permettono al corpo umano di mantenere o raggiungere uno stato psicofisico e termosensoriale accettabile nell’ambiente esterno) e di episodi estremi di caldo sempre più frequenti e intensi. Se infatti il numero medio di giorni di gelo (con temperatura minima inferiore allo zero) e giorni di ghiaccio (con massima inferiore allo zero), è leggermente diminuito tra il CLINO 1961-1990 e quello 1991-2020, passando rispettivamente da 24.7 a 17.6 e da 1.8 a 0.7, si evidenzia un significativo aumento di giorni di calura e notti tropicali. Da un trentennio all’altro la media dei primi, giorni con temperatura massima superiore ai 30 °C, è passata infatti da 29.8 a 54.8, tre volte quella dei giorni di gelo. Le notti con temperatura minima superiore ai 20 °C, cosiddette tropicali, sono state invece in media 52.3 all’anno nel periodo 1991-2020 (+19.5 rispetto al corrispondente valore del CLINO 1961-1990). Agosto è il mese in cui il numero di questi episodi è cresciuto di più in termini assoluti, mentre è più che raddoppiato il numero medio dei giorni di calura che si verificano a giugno (da 5.1 a 11).
Questi fenomeni, che caratterizzano in particolar modo la stagione estiva, hanno subito un leggero incremento anche in primavera e soprattutto in autunno, stagione in cui i giorni di calura sono passati da un numero medio di 0.8 a 2.8 e le notti tropicali da 1.8 a 3.6. L’analisi infine dei dati relativi ad altre città italiane evidenzia come, seppur con andamenti diversi, il progressivo aumento delle temperature sia un trend che riguarda tutto il nostro Paese. A Roma, per esempio, tra il CLINO 1961-1990 e il successivo CLINO 1991-2020 la temperatura media annuale è passata da 16.1 a 17 °C, e nel decennio 2011-2020 è stata di 17.5°C. A Bari l’aumento è stato di 0.6 °C tra i due trentenni di riferimento (da 16.9 a 17.5) e di 1.3 °C tra il 1961-1990 e il periodo compreso tra il 2011 e il 2020. A Milano l’aumento dei valori medi annuali è stato costante dal 1961 a oggi, così come a Roma, sebbene qui in maniera più contenuta; a Bari la tendenza all’aumento si è invece intensificata a partire dal trentennio 1981-2010*. La variazione da città a città del tasso di incremento delle temperature è dovuta al contributo locale delle trasformazioni del tessuto urbano peculiari di ciascun luogo, oltre che dei vari fenomeni collegati al più generale surriscaldamento globale.
* I dati di Roma fanno riferimento dal 1961 al 2013 alla stazione del Collegio Romano, dal 2014 al 2020 alla stazione Roma Termini della Fondazione OMD. I dati di Bari dal 1961 al 2015 fanno riferimento alle stazioni di Bari Osservatorio e Bari Presidenza della Protezione Civile Puglia; dal 2016 al 2020 appartengono alla stazione di Bari della Fondazione OMD.
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