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    La plastica costituisce il 99 per cento dei rifiuti del Mediterraneo

    Credit: Ocean Cleanup Foundation

    I rifiuti più comuni, circa il 72, per cento sono classificati come pezzi di plastica non identificabili, seguiti da teli e fogli in plastica che costituiscono invece il 7,4 per cento della spazzatura che si trova nelle nostre acque.

    Di Madi Ferrucci
    Pubblicato il 23 Ott. 2019 alle 15:42 Aggiornato il 23 Ott. 2019 alle 16:00

    La plastica costituisce il 99 per cento dei rifiuti del Mediterraneo

    La plastica costituisce il 99 per cento dei rifiuti che si trovano nel mar Mediterraneo. I rifiuti più comuni, circa il 72%, sono classificati come pezzi di plastica non identificabili, seguiti da teli e fogli in plastica che costituiscono, invece, il 7,4 per cento della spazzatura che si trova nelle nostre acque.

    Al terzo posto ci sono le buste di plastica (circa il 6,5 per cento dei rifiuti complessivi), mentre una percentuale di rifiuti intorno al 5,95 è costituita dalle cassette in polistirolo. Le bottiglie di plastica rappresentano il 2,1 per cento dell’immondizia, e la stessa quota percentuale è attribuibile anche a reti e fili di plastica. Un 1,5 per cento di rifiuti comprende invece gli agglomerati di materiale plastico ed organico, mentre un ultimo 0,9 per cento è costituito da tappi e coperchi di plastica (0,9 per cento).

    I dati sono il risultato dei monitoraggi sui rifiuti galleggianti effettuati dall’Università di Siena nel Santuario Pelagos, l’area marina protetta tra le coste francesi e italiane, in cui la media di rifiuti galleggianti è di 194 per kmq.

    “Il problema dei rifiuti in mare rappresenta una delle sfide più complesse del Mediterraneo non parliamo solo di un problema ambientale legato agli enormi danni alla biodiversità e all’ecosistema ma anche di un problema economico, che ha ripercussioni sulle attività produttive. Per affrontare questa emergenza è necessario da un lato acquisire nuove conoscenze e dall’altro sostenere processi decisionali di prevenzione e gestione sulla terraferma”, afferma la vicedirettrice di Legambiente Serena Carpentieri.

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