Secondo un nuovo report pubblicato da NBC News, il più grande agente contaminatore di mari e oceani al mondo non è quella plastica contro cui gli ambientalisti stanno combattendo strenuamente, ma i mozziconi di sigaretta.
Mentre governi e grandi aziende di tutto il mondo (tra cui Starbucks e McDonald’s) si impegnano a ridurre l’uso della plastica nella nostra vita quotidiana, mettendo al bando i prodotti monouso o gli imballaggi, il problema dei mozziconi di sigaretta non viene altrettanto preso in considerazione.
Eppure, secondo il report, i mozziconi inquinerebbero gli specchi d’acqua più delle cannucce di plastica e anche delle buste di plastica.
Questo perché della possibilità di riciclare i filtri delle sigarette si parla poco e di regolamentazioni al riguardo non ce n’é quasi nessuna, facendo sì che un numero enorme di mozziconi finisca nelle acque del mare senza che ci si preoccupi troppo delle conseguenze.
D’altronde, la grande maggioranza dei 5,6 trilioni di sigarette prodotte ogni anno sono provviste di filtri fatti, solitamente, di acetato di cellulosa, un tipo di plastica che ci mette più di un decennio a decomporsi.
Circa due terzi di questi filtri vengono gettati via in modo irresponsabile ogni anno, secondo i dati raccolti dal Cigarette Butt Pollution Project.
Talvolta le persone buttano i mozziconi direttamente sulle spiagge ma, più spesso, questi insidiosi oggettini ci arrivano dopo essere stati gettati nei tombini, o trasportati da fiumi e flussi d’acqua di tutto il mondo.
I ricercatori hanno trovato tracce di questi oggetti nei corpi del 70 per cento degli uccelli marini e nel 30 per cento delle tartarughe marine.
I filtri delle sigarette sono stati ideati verso la metà del ventesimo secolo come metodo per mitigare i problemi di salute legati al vizio del fumo, ma la ricerca nel tempo ha dimostrato che la presenza o meno del filtro non cambia nulla nel grado di cancerogene del tabacco.
Negli ultimi decenni, le compagnie che producono sigarette hanno preso in considerazione di cominciare a produrre filtri biodegradabili o sensibilizzare le masse per convincerle a usare posacenere portabili che aiutassero a riciclare i mozziconi, ma siamo ancora lontani da queste soluzioni.
Il report di NBC mostra infatti che, di tanto in tanto, le grandi case produttrici di tabacco hanno provato a ripulire l’ambiente dai mozziconi, ma si sono scontrati con un problema: gran parte dei fumatori non sanno che i filtri non sono tanto inquinanti e preferiscono, semplicemente, gettarle a terra.
Un focus group di Philip Morris USA ha registrato una serie di scuse comuni usate dai fumatori per evitare di riciclare adeguatamente i propri mozziconi o almeno lasciarli nei portacenere.
C’è chi ha detto che pensava che i mozziconi fossero fatti di cotone e quindi biodegradabili, altri hanno invece affermato di dover schiacciare a terra il mozzicone con il piede per evitare che la sigaretta potesse rimanere accesa e causare un incendio. Altri si sono detti disgustati dalla vista o dall’odore dei portacenere.
In generale, i ricercatori hanno notato che gettare a terra i mozziconi è soltanto “una naturale estensione del rituale di ribellione e sfida che è fumare”.
Nel frattempo, però, gli oceani continuano a essere inesorabilmente inquinati da moltissimi oggetti di uso comune, dalla plastica alle sigarette, al punto che nell’oceano Pacifico esiste un’isola di rifiuti grande tre volte la superficie della Francia.
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