È iniziata oggi, 2 dicembre 2019, la Cop25, la conferenza delle Nazioni Unite sul clima, che quest’anno si tiene a Madrid. La conferenza internazionale si protrarrà fino a venerdì 13 dicembre e vedrà la partecipazione di 196 paesi, impegnati sul tema dei cambiamenti climatici. La Conferenza delle parti sarà l’occasione per la revisione degli impegni dei paesi firmatari dell’Accordo di Parigi per la riduzione dei gas serra. Gli impegni fissati 4 anni fa, e mai rispettati, sono ormai insufficienti per raggiungere gli obiettivi a lungo termine.
La conferenza sarà presieduta dal governo cileno, in particolare dalla ministra dell’Ambiente del Cile Carolina Schmidt Zaldivare inizialmente i lavori si sarebbero dovuti tenere a Santiago del Cile, ma poi si è deciso di spostare tutto in Spagna, a causa dei disordini nel paese sudamericano. Il cambiamento di piano è avvenuto in meno di un mese, e Ue, Canada e Giappone hanno contribuito a finanziare il trasferimento.
Il cambiamento climatico è stato uno dei temi caldi di quest’anno, se si pensa alle marce per il clima di Friday for future, diventato ormai un movimento globale e sempre più numeroso, e alle emergenze ambientali come gli incendi nella Foresta amazzonica e l’allagamento di Venezia.
Tra i nodi centrali vi è lo sforzo di ogni paese partecipante nell’impegno per ridurre i gas serra all’origine del riscaldamento globale e di fenomeni climatici estremi.
Gli sforzi della comunità mondiale per fermare il cambiamento climatico sono stati finora “assolutamente inadeguati” e c’è il rischio che il riscaldamento globale possa passare il “punto di non ritorno” ha detto il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, alla vigilia dell’apertura.
Tra i leader confermati il primo ministro spagnolo Sanchez, quello francese Philippe, la cancelliera tedesca Merkel, il presidente della Cop26 che si terrà a Glasgow nel 2020 O’Neill e una serie di democratici americani. Sarà anche l’occasione del debutto della nuova presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen che si è insediata ieri, 1 dicembre.
È attesa anche Greta Thunbrg, 17enne svedese leader del movimento giovanile per il clima “Fridays for future”.
L’obiettivo è che i paesi che hanno sottoscritto l’Accordo di Parigi del 2015 fissino impegni più ambiziosi nei piani per il clima che dovranno essere presentati nel 2020.
Questi piani – noti come Contributi determinati a livello nazionale (Ndc) nel gergo delle Nazioni Unite – devono essere aumentati di almeno cinque volte, secondo gli scienziati dell’Agenzia ambientale dell’Onu (Unep), per raggiungere a fine 2100 l’obiettivo di aumento medio della temperatura globale di 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, che è l’impegno principale dell’Accordo di Parigi.
Le quattro richieste principali ai paesi sono: la creazione di nessuna nuova centrale a carbone dal 2020, l’abbandono di sussidi per i combustibili fossili, la presentazione dei piani climatici più ambiziosi nel 2020, la progettazione di piani per raggiungere emissioni zero di carbonio entro il 2050.
I dossier principali sul tavolo dei negoziati sono dunque rafforzare gli impegni dei piani climatici (Ndc-Nationally Determined Contributions) per tagliare la CO2, fissare le regole sui “Mercati del carbonio”, arrivare a un accordo su come aiutare i paesi vulnerabili a far fronte agli impatti climatici a cui non possono adattarsi (“Perdite e danni”), decidere come utilizzare le raccomandazioni contenute negli ultimi rapporti su agricoltura e oceani del gruppo intergovernativo degli scienziati per i cambiamenti climatici(Ipcc).
La negoziazione più difficile da portare avanti sarà quella sulla fissazione delle regole sui mercati del carbonio (previste dell’articolo 6 dell’Accordo di Parigi del 2015).
In sostanza i governi dovranno decidere i criteri dello scambio di “compensazioni” utilizzate dai paesi e dalle grandi imprese. La negoziazione è resa complicata dalla presenza dei “grandi inquinatori” come Cina, India e Brasile.
La giornata di apertura
L’umanità, che subisce le conseguenze del cambiamento climatico, deve scegliere tra “la speranza” di un mondo migliore agendo o la “capitolazione”, ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres aprendo la Cop25 oggi a Madrid. Nel discorso in apertura della Conferenza Onu, ha chiesto ai rappresentanti dei Paesi se vogliono davvero essere ricordati “come la generazione che ha messo la testa sotto la sabbia, che si gingillava mentre il pianeta bruciava”. Ed ha citato i livelli record dei gas serra, spiegando che se non si agisce subito contro il carbone “tutti i nostri sforzi per combattere i cambiamenti climatici sono destinati al fallimento”.
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