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    L’Italia è il primo paese in Europa (e l’11esimo nel mondo) per le morti da polveri sottili

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 14 Nov. 2019 alle 11:43

    L’Italia è il primo paese in Europa per le morti da polveri sottili

    Arriva da Lancet un dato sconfortante per l’Italia: il nostro paese è il primo in Europa per le morti da polveri sottili. Nel solo 2016 le vittime sono state 45.600. L’Italia non solo è prima in Europa per morti premature da esposizione alle polveri sottili PM2.5, ma è anche 11esima nel mondo.

    Il dato emerge nel report Countdown on Health and Climate Change, sull’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute, pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet.

    Il report evidenzia come il problema delle polveri sottili non sia l’unico legato alla questione climatica: le emissioni di CO2 e l’inquinamento hanno implicazioni enormi sulla salute della popolazione globale. Si può dunque affermare con certezza, a partire da numerosi dati scientifici, che i cambiamenti climatici rappresentano una delle più grandi minacce per la salute dell’umanità.

    A pagarne le spese maggiori è la salute dei bambini e dei neonati, che sono più esposti perché hanno sistemi immunitario e respiratorio ancora non del tutto sviluppati, con impatto a lungo termine potenzialmente molto pericoloso.

    La “salute futura di un’intera generazione è minacciata dai cambiamenti climatici se non saranno raggiunti gli obiettivi dell’accordo di Parigi, in primis limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali”, scrivono gli autori del report.

    Non solo polveri sottili: il cambiamento climatico influisce negativamente sulla salute anche in maniera indiretta. Una delle autrici dello studio, Marina Romanello della University College di Londra, spiega che il cambiamento climatico rende sempre più plausibile l’arrivo in paesi come il nostro di nuove malattie infettive come la febbre Dengue, che in Italia non è endemica. O il colera.

    Il riscaldamento globale poi espone la popolazione a ondate di calore straordinarie che possono portare le fasce più vulnerabili a ictus o problemi renali.

    Solo per l’Italia si sono contati ben 9,3 milioni di casi in più di over-65 esposti a ondate di calore nel 2017 rispetto al 2000, spiega Romanello.

    I problemi climatici sono poi causa di malnutrizione, perché minacciano i raccolti: in Italia il potenziale di raccolto si è ridotto per tutte le coltivazioni alimentari di base.

    L’appello dei ricercatori è quello di far sì che i paesi firmatari rispettino l’accordo di Parigi sul clima: “solo così un bambino nato oggi, potrà festeggiare il suo 31esimo compleanno in un mondo a emissioni zero e le prossime generazioni potranno avere un futuro più sano e sicuro”, dicono i ricercatori.

    Ma la situazione è tutt’altro che rosea, dal momento che nessun paese del G20, compresa l’Italia, sta rispettando gli accordi sul clima di Parigi. Il rapporto Brown to Green, pubblicato da Climate Transparency, evidenzia come nessuna fra le 20 potenze mondiali sta agendo in maniera concreta per rispettare gli accordi sottoscritti nel 2015. Il primo impegno, e più importante, del contenimento della temperatura media entro 1,5°C rispetto al periodo pre-industriale non è stato rispettato da nessuno.

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