Italia non firma appello gas serra | Cosa fa l’Europa per combattere i cambiamenti climatici? Alcuni Paesi hanno sottoposto al Consiglio europeo, che si è riunito a Sibiu in Romania, per discutere del futuro dell’Europa dopo le elezioni europee, un documento proprio per chiedere una strategia comune per affrontare il problema del clima.
Il documento è intitolato “Un Paese pulito per tutti”, e chiede all’Ue un impegno comune per azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050. Il documento, ottenuto e diffuso dal quotidiano britannico The Independent, chiede inoltre di potenziare i contributi dei singoli paesi membri.
L’obiettivo comune è quello di impedire l’aumento della temperatura oltre i 2 gradi centigradi in più rispetto agli anni ’90, considerato il punto limite oltre il quale si avranno effetti catastrofici sull’ambiente mondiale, così come previsto dall’accordo sul clima di Parigi.
Il documento è stato firmato da Francia, Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Portogallo, Paesi Bassi, Spagna e Svezia. Tra questi non figura l’Italia, come fa notare il quotidiano Open, che insieme alla Germania ha scelto di non accodarsi all’appello.
Lo stesso dossier, oltre all’azzeramento dei gas serra entro il 2050, chiede agli Stati membri di muoversi verso l’integrazione della produzione energetica e verso una transizione a un’economia verde.
Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, i paesi che hanno firmato l’appello chiedono che l’Ue stanzi almeno un quarto del suo budget annuale.
“La lotta al cambiamento climatico dovrebbe essere una pietra miliare dell’Agenda strategica europea 2019-2024. Il cambiamento climatico è una sfida globale con profonde implicazioni per il futuro dell’umanità e del nostro pianeta”, si legge nel documento.
“Si tratta di un argomento che preoccupa comunità scientifica e cittadini, come dimostra la recente mobilitazione dei giovani in tutta Europa”, scrivono Francia e co.
“La lotta contro il cambiamento climatico richiede di trasformazione di tutti i settori della nostra economia. Questa è una sfida e una grande opportunità per portare l’Unione europea su un percorso verso una ambiziosa transizione economicamente efficiente e socialmente equa e verso un’economia a impatto zero sul clima che può portare benefici, crescita economica, occupazione, qualità della vita, sanità pubblica, biodiversità”.
Il governo italiano non ha rilasciato le motivazioni di tale scelta.
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