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    L’indice Sea Index per calcolare l’impatto ambientale dei superyacht adottato in 15 porti della Costa Azzurra

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 20 Giu. 2024 alle 15:43

    Quindici porti situati nel triangolo tra Mentone, Saint-Tropez e Bonifacio in Corsica hanno annunciato l’adozione del Sea Index per le loro infrastrutture. Questo strumento, lanciato nel 2020 dallo Yacht Club de Monaco nell’ambito dell’iniziativa ‘Monaco, Capital of Advanced Yachting’, è un riferimento per valutare le emissioni di CO2 degli yacht oltre i 25 metri. In occasione del 40° anniversario della sua presidenza dello Yacht Club de Monaco, il principe Alberto II ha sottolineato l’importanza del Sea Index, recentemente riconosciuto dal marchio Capernegies come strumento affidabile per valutare l’impronta di carbonio delle imbarcazioni da diporto.

    “Il Sea Index è diventato uno strumento essenziale. Ora vorrei che andassimo oltre, misurando anche le altre emissioni di gas serra e l’inquinamento acustico, che è una delle maggiori preoccupazioni”, ha dichiarato il principe Alberto II di Monaco. L’impegno dei porti dimostra la volontà di progredire verso la sostenibilità. “Questa collaborazione riconosce il lavoro del Sea Index sin dal suo lancio. Il nostro obiettivo è federare porti e marine in tutto il Mediterraneo e oltre, creando una rete di territori impegnati”, ha aggiunto Bernard d’Alessandri, segretario generale dello Yacht Club de Monaco.

    L’adozione del sistema di rating in 15 porti del Mediterraneo rappresenta un’opportunità per rispondere alla crescita della nautica da diporto, specialmente nel Sud della Francia, che attrae oltre la metà della flotta mondiale di yacht oltre i 30 metri. In 35 anni, il numero di queste imbarcazioni è aumentato di sei volte. Secondo uno studio di Earthcase, promosso dal Comitato Regionale del Turismo, il settore della nautica da diporto ha un impatto significativo sull’economia locale: 1,1 miliardi di euro e 10.200 posti di lavoro, con il settore tecnico che contribuisce con 438 milioni di euro e 3.600 posti di lavoro, e il settore turistico con 663 milioni di euro e 6.600 posti di lavoro. Con la certificazione, questi porti e marine potranno assegnare ormeggi, soprattutto in alta stagione, alle imbarcazioni con il minor impatto ambientale. Questa nuova collaborazione mira a rafforzare la politica di sensibilizzazione degli armatori, coinvolgendo il maggior numero possibile di stakeholder del settore della nautica da diporto.

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