Incendio Tmb Salario indagini | Non c’è traccia di inneschi nell’area del Tmb Salario, l’impianto di trattamento meccanico-biologico dei rifiuti di via Salaria 981, andato a fuoco per un incendio lo scorso 11 dicembre. A sostenerlo è la relazione dei vigili del fuoco che hanno svolto gli accertamenti tecnici depositati alla procura di Roma.
I magistrati stanno indagando per disastro colposo, ma non è esclusa anche l’ipotesi del reato di danneggiamento seguito da incendio. A lasciare perplessi è soprattutto il mancato funzionamento delle videocamere di sorveglianza, che erano fuori uso dal 7 dicembre. Su questo punto la procura sta aspettando i risultati di una consulenza.
Intanto, dalla sindaca di Roma Virginia Raggi vengono rassicurazioni sul futuro dell’impianto, di cui i cittadini hanno chiesto la chiusura da ultimo con la manifestazione dello scorso ottobre (qui l’intervista al presidente del III municipio Giovanni Caudo sulle ragioni della protesta).
“Il Tmb di via Salaria non sarà mai più riaperto”, ha detto la sindaca al Gr di Tele Radio Stereo 92.7. “Al suo posto, ci sarà un area bonificata dove sorgerà il nuovo centro direzionale Ama, un vero e proprio sito con uffici, con degli spazi aperti per i cittadini, parco, aree verdi, asili nido e biblioteche”.
“Si potrà prevedere anche con il municipio un percorso partecipato, per far sì che i cittadini si possano riappropriare di una parte della loro città”, ha aggiunto la sindaca.
Da tempo il Tmb di via Salaria è oggetto delle proteste degli abitanti di Roma Nord. L’impianto di via Salaria è gestito dall’Ama, l’azienda municipalizzata dei rifiuti, ed è destinato alla lavorazione dei rifiuti indifferenziati.
Tmb sta per “trattamento meccanico-biologico”: alcuni macchinari appositi separano la parte umida dei rifiuti dalla parte secca, e riutilizzano quest’ultima riciclandola o producendo combustibile.
I rappresentanti dell’Osservatorio permanente sull’impianto di smaltimento dei rifiuti Tmb Salario di Roma, Maria Teresa Maccarone e Pietro Brusco, nel corso di un’audizione davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, pochi giorni fa, hanno dichiarato: “Chiediamo alla sindaca Raggi un atto ufficiale con il quale si chiuda l’impianto e chiediamo alla Regione Lazio la revoca dell’Aia e allo stesso tempo avanziamo la richiesta di istituire una cabina di crisi per gestire i rifiuti che sono ancora dentro l’impianto”.