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    Buon compleanno Greta, purtroppo il pianeta non è ancora come vuoi tu

    L'attivista Greta Thunberg Credit: Ansa

    I 17 anni di Greta: nel 2019 del boom mondiale delle manifestazioni per il clima, l'emergenza ambientale resta gravissima

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 3 Gen. 2020 alle 07:41 Aggiornato il 3 Gen. 2020 alle 10:33

    Buon compleanno Greta Thunberg, ma il pianeta non è ancora come vuoi tu

    Greta, i tuoi diciassette anni non sono leggeri e spensierati. Intrecciate, insieme ai tuoi capelli, ci sono le manifestazioni di un anno intero, le conferenze davanti ai potenti della terra, le traversate dell’Oceano in barca a vela per portare il tuo verbo da un capo all’altro del mondo. Ma proprio nel momento in cui ti sei guadagnata il titolo di personaggio dell’anno per il Time, la Terra sta bruciando e l’emergenza climatica è più seria che mai.

    La lotta al cambiamento climatico sembra essere nelle tue mani, come se le mani di una diciassettenne non fossero fragili e ancora in cerca della loro strada. Ma tu, venerdì dopo venerdì, ti sei presa questa responsabilità senza tirarti mai indietro.

    C’è chi l’ha chiamato un caso, chi una buffonata, chi una rivoluzione. Fatto sta che quando hai iniziato a saltare la scuola per protestare davanti al parlamento di Stoccolma, nell’agosto 2018, in difesa dell’ambiente e contro i governi che “non fanno abbastanza per combattere la crisi climatica” eri sola, mentre ora il tuo esempio ha ispirato milioni di giovani in tutto il mondo, che a loro volta hanno deciso di scendere in piazza.

    Le grandi manifestazioni colorate (ma soprattutto verdi), culminate in tre grandi “Global Strike” con il tempo si sono strutturate in un vero e proprio movimento, oggi chiamato Fridays for Future (FFF), che coinvolge giovani da New York a Singapore, da Parigi a Città del Capo.

    Sai una cosa? La tua sindrome di Asperger è stata tutt’altro che un problema, anzi. Forse ha fatto da volano all’idea che ognuno a modo suo può contribuire al cambiamento.

    Diciassette anni, dicevamo. E una consapevolezza disarmante: “Ci avete rubato i sogni”, hai urlato con lacrime di rabbia alla conferenza Onu sul clima di settembre 2019. Hai maledettamente ragione, Greta.

    La temperatura del pianeta si sta alzando a ritmi vertiginosi, a causa dei crescenti livelli di CO2 immessi nell’ecosistema globale attraverso le attività dell’uomo. Resta appena un decennio per impedire che la temperatura si alzi ancora di 1,5 gradi, dopodiché l’impatto dei cambiamenti climatici sarà irreversibile.

    Se non si agisce ora, come spesso ripeti tu, per un passaggio pieno verso le energie rinnovabili e l’economia circolare, siamo destinati ad un mondo di siccità, di fenomeni meteorologici estremi, di devastazioni ambientali e di migrazioni sempre più intense.

    Per i tuoi diciassette anni puoi brindare a qualche successo: le piazze piene e la politica che non ha potuto in questi mesi restare indifferente. Personalità mondiali, come Alexandria Ocasio-Cortez negli Stati Uniti e Jeremy Corbyn nel Regno Unito, hanno anche lanciato l’idea di un vero e proprio Green New Deal, un programma che punta a scardinare il sistema economico alla base, unendo la protezione dell’ambiente a politiche attive in ambito sociale e lavorativo, per promuovere una crescita sostenibile. Ma non basta!

    Oggi è il tuo compleanno, ma non siamo riusciti a regalarti un pianeta come vuoi tu. Vogliamo trovare un responsabile? Vogliamo dare la colpa a Donald Trump, che si è sfilato dagli accordi di Parigi del 2015, in cui invece si prospettava un impegno mondiale da parte dei Paesi nella lotta al cambiamento climatico? Senza gli Stati Uniti, il Paese più ricco (e anche uno dei più inquinanti) del mondo, ora gli sforzi degli altri Paesi rischiano di non essere sufficienti ad invertire l’ordine delle cose.

    Due le parole chiave: più eventi estremi e più caldo. Il pianeta anche quest’anno è stata segnata da nubifragi, siccità, ondate di calore sempre più forti e prolungate, fenomeni meteorologici estremi dovuti ai cambiamenti climatici.

    Sono 200 quelli che vengono definiti eventi estremi che si sono verificati quest’anno e in cui hanno perso la vita migliaia di persone. Solo in Italia, il 2019 è stato caratterizzato da 85 casi di allagamento da piogge intense, 54 i casi di danni da trombe d’aria e 16 da esondazioni fluviali, in aumento rispetto al 2018 che aveva già registrato 32 vittime e 148 eventi estremi.

    Oltre i fenomeni meteorologici estremi 2019 per il forte caldo, l’anno che abbiamo lasciato alle spalle è stato uno dei più caldi della storia. Il mese di luglio secondo l’agenzia americana per oceani e atmosfera è stato il mese più caldo mai registrato al mondo negli ultimi 140 anni.

    Emergenza climatica ben rappresentata dai dati della NOAA, l’Agenzia Usa per gli oceani e l’atmosfera che ha certificato l’aumento delle emissioni di carbonio e della concentrazione di CO2 in atmosfera a livelli oltre la “soglia di rischio”, i livelli record raggiunti dalla temperatura media del pianeta dall’inizio del 900, l’intensificazione degli eventi climatici estremi e della variabilità climatica in tutti i continenti.

    Cara Greta, nonostante il tuo impegno, la COP25 di Madrid è stata un flop e il suo fallimento ha messo in chiara evidenza la difficoltà della comunità internazionale a mettere nero su bianco impegni vincolanti per la decarbonizzazione dell’economia globale. La COP 25 ha riproposto il conflitto – che sembrava superato a Parigi nel 2015 – tra le economie sviluppate e quelle emergenti e in via di sviluppo.

    In verità l’accordo di Parigi era stato il risultato di un’operazione diplomatica che aveva salvaguardato la convergenza tra Usa, Cina ed Europa sulle prospettive positive della globalizzazione, con un’evidente forzatura da parte di Obama che aveva sottoscritto l’accordo senza sottoporlo alla approvazione del Senato Usa. La decisione di Trump di non ratificare l’accordo ha riaperto i conflitti.

    Conflitti che si trascinano da molti anni e che ruotano attorno alla decisione di ripartire gli oneri di riduzione delle emissioni tra le principali economie, ovvero alle scelte di politica energetica che dovrebbero essere adottate dai singoli paesi per sostenere la crescita dell’economia contestualmente alla decarbonizzazione delle filiere produttive.

    Tu continua a dirlo, a urlarlo durante le conferenze mondiali, non ti stancare. Non ti buttare giù anche quando i genitori non ti capiscono e gli adulti ti deridono. Anche quando gli haters trovano delle scuse per attaccarti. Anche quando i tuoi moniti sul riscaldamento globale sembrano scivolare nel vuoto nell’agenda politica dei capi di Stato.

    Buon compleanno Greta, se saremo in grado di capire che la lotta al cambiamento climatico non è solo nelle tue mani ma nelle mani di tutti noi, forse riusciremo a restituirti i tuoi sogni perduti.

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