Il ghiaccio dell’Himalaya e il suo scioglimento
L’emergenza clima è reale: anche i monumentali ghiacciai dell’Himalaya si stanno sciogliendo (e neanche troppo lentamente).
È il risultato sottolineato dal report, pubblicato questa settimana, intitolato Hindu Kush Himalaya Assessment: Climate Change, Sustainability e People , uno degli studi più riconosciuti scientificamente a livello mondiale sul riscaldamento del pianeta.
Il report fa riferimento allo scioglimento del ghiaccio sulle montagne più alte del mondo tra cui l’Everest e il K2. Le previsioni sono allarmanti: almeno un terzo dei ghiacciai della regione si scioglierà entro il 2100, anche nel caso in cui si dovessero raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima.
Il direttore generale di Icimod, il Centro internazionale per lo sviluppo integrato delle montagne che ha redatto il report, David James Molden, afferma: “Le montagne si stanno riscaldando più velocemente delle medie globali. Anche se potessimo limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius, le temperature montane aumenterebbero di oltre 2 gradi Celsius e, se le tendenze attuali continueranno, le temperature potrebbero salire di 4-6 gradi Celsius entro il 2100. Ciò porterebbe a conseguenze nefaste non solo sui ghiacciai, ma su cibo, energia ed ecosistemi, con cambiamenti dei flussi idrici e maggiori rischi di disastri”.
L’impatto dello scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya sarebbe immenso: in primo luogo dal punto di vista delle specie presenti, la catena montuosa è infatti sede di quattro punti caldi della biodiversità, 330 importanti zone di uccelli e centinaia di cime oltre i seimila metri.
Poi, la perdita di ghiaccio himalayano avrebbe conseguenze gravissime per le persone che vivono nelle montagne e nei paesi a valle. L’acqua è una risorsa per migliaia di persone del territorio.
Nel report si legge: “Le ondate di calore brutali stanno diventando insopportabili, rendendo le persone più malate e più povere e riducendo gli standard di vita di 800 milioni di persone. La copertura nevosa si sta restringendo nei villaggi di montagna e le precipitazioni piovose sono meno prevedibili. La terra fertile usata una volta per coltivare le verdure è diventata sterile”.
Gli accordi che si basano su centesimi di gradi Celsius siglati dai potenti del mondo non bastano più per fermare i cambiamenti climatici. Bisogna pensare ad azioni molto più forti.