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    “Food for profit”: proiettato in Parlamento il docufilm sul lato oscuro dell’industria della carne

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 21 Mar. 2024 alle 10:10 Aggiornato il 21 Mar. 2024 alle 10:11

    Dopo l’anteprima di febbraio al Parlamento europeo di Bruxelles, il documentario che svela il lato oscuro dell’industria della carne è arrivato anche a Montecitorio. Ieri, mercoledì 20 marzo, la nuova aula dei gruppi parlamentari della Camera ha ospitato la proiezione di “Food for profit”, film d’inchiesta indipendente realizzato da Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi.

    La pellicola svela le connessioni tra allevamenti intensivi, lobby degli allevatori e istituzioni politiche, mettendo in luce – anche attraverso infiltrati con telecamera nascosta – come i soldi della Politica agricola comune vengano destinati in molti casi ad aziende che maltrattano gli animali, inquinano l’ambiente e rappresentano un pericolo per future pandemie.

    “Food for profit” sta avendo grande successo. Finora sono già state organizzate o programmate oltre 500 proiezioni (qui il calendario completo) e sui social gli account raggiunti sono più di 3 milioni. La scorsa settimana il documentario è stato il primo film in Italia per occupazione sala.

    Ieri, a Montecitorio, oltre agli autori, erano presenti Eleonora Evi, deputata Alleanza Verdi di Sinistra; Lorenzo Mineo coordinatore ufficio europeo di Eumans e responsabile investigazioni a Bruxelles; Gianluca Felicetti presidente di Lav (Lega antivivisezione); rappresentanti di Ultima Generazione; e Chiara Caprio, responsabile relazioni istituzionali di Essere Animali.

    In occasione della proiezione al Parlamento italiano, l’artista Emanuela Peretto, in arte Lela Perez, ha dato vita a un flash mob di bodypainting e danza contemporanea con i ballerini Flor Tinoco Sequeiros, Rober Gomez e Sabino Barbier per sostenere e appoggiare i temi del docufilm.

    “Questo flash mob – si legge nel comunicato dell’iniziativa – vuole rappresentare le brutalità e sofferenza degli animali degli allevamenti intensivi per denunciarli, invocando un cambiamento urgente nel modo in cui trattiamo gli animali”.

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