Durante la quarantena le sue acque erano diventate cristalline, ma sono bastate poche ore di Fase 2 per riportare il fiume Sarno agli antichi squallori. La denuncia parte da Maria Teresa Imparato, presidente di Legambiente Campania, che su Facebook posta uno scatto eloquente del fotografo Peppe Hapax. Ritrae il corso d’acqua, nuovamente intorpidito dai liquami industriali: una massa torbida che invade il canale.
L’immagine diventa virale e arriva al ministro dell’Ambiente Sergio Costa che scrive su Facebook: “Siamo in Campania e questo è il fiume Sarno: al primo giorno di allentamento dei divieti e di riapertura delle aziende sono ricominciati gli sversamenti. In tantissimi mi avete mandato queste foto e video, e vi ringrazio: l’ho sempre detto che sono i cittadini le sentinelle del territorio. Per questo, anche grazie alle vostre segnalazioni, subito ho attivato i Carabinieri del Noe per controlli e indagini in zona, indagini prontamente partite. Confermo quindi che tutti gli enti predisposti sono sul posto per controllare e per individuare il colpevole. Come vi ho raccontato, in questo periodo di quarantena abbiamo monitorato, anche grazie all’attività dei Carabinieri e della Guardia Costiera, che ringrazio, lo stato delle acque e non possiamo tollerare che gente senza scrupoli riporti inquinamento e devastazione laddove la Natura stava riprendendo i suoi spazi. Dobbiamo lavorare ventre a terra per far sì che il Post-Covid sia diverso”.
Eppure, nei giorni scorsi, il Sarno, fiume tra i più inquinati d’Europa, aveva ripreso a “respirare”: il lockdown e l’assenza di scarichi industriali non purificati (in gran parte abusivi), aveva consentito una sua parziale, o quantomeno iniziale rigenerazione delle acque. Fino a lunedì 4, inizio della Fase 2: la ripresa ha riportato innanzitutto inquinamento. “Durante il lockdown – scrive la presidente Imparato in un post – il Sarno aveva ripreso colore, quello degno di un corso d’acqua superficiale. Ora, si è ripartiti, puntualmente, con scarichi che lo hanno riportato alla triste normalità. Qui – e aggiunge una frecciata alla Regione – per la lotta agli ecocriminali non abbiamo visto droni, controlli, né lanciafiamme ed elicotteri”.
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