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    Cop26, accordo tra Cina e Stati Uniti per combattere il cambiamento climatico

    Credit: EPA/ANDY RAIN

    Per la prima volta la bozza di accordo chiede a tutti i paesi di eliminare gradualmente il carbone e i sussidi ai combustibili fossili, senza tuttavia specificare date di scadenza o obiettivi specifici

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 10 Nov. 2021 alle 12:19 Aggiornato il 10 Nov. 2021 alle 20:38

    Cop26, prima bozza di accordo: stop graduale al carbone e ai sussidi per i combustibili fossili

    In serata a Glasgow arriva la possibile attesa svolta sulla Cop26, la conferenza dell’Onu sul clima. La Cina infatti ha annunciato la presentazione di un’iniziativa congiunta con gli Usa per ridurre le distanze fra le posizioni delle due potenze sulla lotta al cambiamento climatico e per accelerare verso un piano d’azione più efficace. “Entrambe le parti riconoscono che vi è un gap fra lo sforzo attuale (per contenere l’aumento delle temperature, ndr) e gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, motivo per il quale insieme rafforzeremo l’azione per il clima”, ha affermato l’inviato speciale cinese per il clima alla Cop26 di Glasgow Xie Zhenhua conversando con i cronisti.

    I negoziati della Cop26 sono in dirittura d’arrivo e sono “negoziati duri, con ancora un enorme lavoro da fare” ha detto Boris Johnson, dopo gli incontri in veste di capo del governo che ha la presidenza della conferenza. Il traguardo “è in vista”, ha detto il premier britannico, ma “dobbiamo essere più ambiziosi” per raggiungere l’obiettivo che “deve essere raggiunto: tenere in vita” il target del tetto degli 1,5 gradi in più rispetto all”era pre industriale indicato dagli Accordi di Parigi.

    Intanto circola la prima bozza dell’accordo finale della Cop26, l’importante vertice sul clima in corso a Glasgow, che chiede ai 197 paesi partecipanti di rivedere entro la fine dell’anno prossimo i propri piani per le emissioni di gas serra. La bozza, che dovrà essere discussa negli ultimi tre giorni della Conferenza, chiede ai paesi di “rivisitare e rafforzare gli obiettivi per il 2030” nei contributi determinati a livello nazionale, che contengono gli impegni dei singoli paesi sul fronte delle emissioni, “quanto necessario per allinearsi all’obiettivo sulla temperatura dell’accordo di Parigi entro la fine del 2022”. L’accordo di Parigi, raggiunto nel 2015, ha l’obiettivo di mantenere l’aumento delle temperature entro fine secolo a 2° rispetto ai livelli preindustriali e di perseguire gli sforzi per limitare l’aumento a 1,5°, nella speranza di prevenire gli effetti più catastrofici del riscaldamento globale.

    Secondo la bozza dell’accordo, l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5° richiederà un’azione significativa ed efficace in “questo decennio critico”. Il documento “riconosce inoltre che limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C entro il 2100 richiede riduzioni rapide, profonde e sostenute delle emissioni globali di gas serra, compresa la riduzione delle emissioni globali di anidride carbonica del 45% entro il 2030 rispetto al livello del 2010 e l’azzeramento delle emissioni nette verso la metà del secolo”.

    Inoltre per la prima volta la bozza di accordo chiede a tutti i paesi di eliminare gradualmente il carbone e i sussidi ai combustibili fossili, senza tuttavia specificare una data di scadenza o obiettivi specifici. La richiesta segue la promessa  di “relegare il carbone alla storia” fatta dal Regno Unito, che organizza la conferenza.

    Sulla questione degli aiuti ai paesi in via di sviluppo, uno dei temi chiave della diplomazia climatica, il testo “esorta” i paesi sviluppati a “incrementare urgentemente” i sostegni finanziari, necessari per far fronte alle ricadute del cambiamento climatico. I paesi più poveri contestano il mancato rispetto degli impegni sottoscritti nel 2009, con cui i paesi sviluppati avevano promesso di versare ogni anno 100 miliardi di dollari entro il 2020 in finanziamenti per il clima ai paesi più poveri. Secondo la bozza, l’obiettivo dei 100 miliardi sarà probabilmente raggiunto entro il 2023, tre anni dopo la scadenza.

    Secondo le stime del Climate Action Tracker, che tengono in considerazione anche gli impegni annunciati finora dai paesi che hanno preso parte alla Cop26, il pianeta è attualmente diretto verso un riscaldamento di ben 2,4° rispetto ai livelli preindustriali.

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