Controcorrente è stato un viaggio attraverso un’Italia diversa, nascosta. Siamo partiti con l’esigenza di vedere, di toccare con mano, lo stato dell’acqua in Italia e i problemi che ne derivano. Volevamo farlo parlando con chi li vive ogni giorno e anche con chi ha scelto di dedicare la propria vita cercando di trovare delle soluzioni.
Abbiamo scelto di parlare d’acqua perché è l’elemento essenziale per la vita e ha mille sfaccettature. È ambiente, quando le falde sono inquinate e provocano danni alla salute. È politica, quando sindaci di comuni limitrofi sono costretti a litigare le risorse idriche presenti sul territorio. È società, se una comunità si stabilisce intorno ad una fonte che diventa il fulcro della sopravvivenza. È economia, quando la gestione dell’ “oro blu” fa girare un flusso di danaro che fa gola anche alla mafia. Ed è anche cultura, storia e religione, in Italia soprattutto.
I ricercatori, i docenti universitari, gli scienziati e gli esperti del settore che abbiamo incontrato, ci hanno illustrato una serie di problematiche ambientali che troppo spesso vengono presentate come lontane dalla nostra realtà, ma che invece ci riguardano tutti, indistintamente e sempre. Ci hanno dato però anche tanta speranza. Ci sono moltissimi enti attivi, nella ricerca e nella sperimentazione, nell’arginare i danni che stiamo recando a questo pianeta. Bisogna parlarne di più, raccontare più spesso il lavoro che fanno queste persone. Per questo abbiamo deciso di realizzare questo documentario.
Ai paper scientifici, ai numeri, ai grafici, abbiamo poi affiancato l’esperienza e il dato umano. Ad esempio, dopo aver parlato di calo della pesca, di acidificazione del mare, siamo usciti in barca con due degli ultimi pescatori tradizionali di Bari. Al tramonto abbiamo calato in mare una rete lunga un chilometro, all’alba del giorno dopo abbiamo tirato su 5 pesci. Per un guadagno totale di 20 euro a testa. L’amarezza e lo sconforto che abbiamo letto nei loro occhi non le dimenticheremo facilmente.
Abbiamo avuto a che fare con moltissime realtà diverse: l’attivismo di Greenpeace, le comunità di naturalisti, i volontari di Legambiente, quelli delle riserve naturali, le Onlus, i comitati cittadini… E anche e soprattutto abbiamo incontrato, nel corso dei 6mila chilometri, un’infinità di giovani, di nostri coetanei, attivi e consapevoli ognuno nel proprio settore. Anche di loro bisogna parlare più spesso, sono un motivo d’orgoglio per questo Paese.
Siamo entrati, anche se per poco tempo, nella vita di queste persone, siamo stati con loro e abbiamo documentato la loro quotidianità. Questo ci ha permesso di vedere un altro tipo di mondo, fatto di persone che hanno dei valori comuni e condivisi che sono, è il caso di dirlo, una vera e propria forza della natura.
Tutto questo è stato possibile grazie al sostegno di centinaia di persone che hanno creduto in questo progetto. Ci hanno sostenuto, accolto, consigliato, guidato e supportato fin dal primo momento. Questo è il valore sociale di Controcorrente, che ci riempie il cuore.
Sono molte le cose che abbiamo imparato, ogni incontro, ogni luogo visitato e ogni esperienza vissuta ha cambiato il nostro modo di vedere le cose.
Certamente il più grande insegnamento che abbiamo riportato a casa, il messaggio che vorremmo mandare con il documentario, è che quello che manca, oggi, è una coscienza ambientale.
Basta poco per cambiare le cose, per invertire la rotta. Per andare Controcorrente.
Testo di Claudia Carotenuto e Daniele Giustozzi
Il progetto – Una telecamera, trenta giorni di riprese, 6000 km. Il documentario ambientalista di due ventenni, sostenuto dal crowdfunding, tra criticità e meraviglie del nostro Paese.
I due autori romani Claudia Carotenuto, giornalista venticinquenne e Daniele Giustozzi, economista ambientale di 26 anni
(accompagnati dal videomaker torinese Andrea Bagnasco, 23 anni) in trenta giorni hanno attraversato l’intera Penisola a bordo di un’auto ibrida per indagare gli aspetti ambientale, economico, sociale, storico, politico e religioso dell’acqua.