Negli ultimi giorni il Texas e la Louisiana sono stati devastati dal passaggio della tempesta ribattezzata Harvey, mentre un altro uragano, di nome Irma, si sta avvicinando alla costa orientale del paese dall’oceano Atlantico. Ma se Harvey è stata davvero una delle tempeste peggiori nella storia degli Stati Uniti, in cosa si è rivelata differente rispetto ad altri enormi uragani che si sono abbattuti sulle coste statunitensi del Golfo del Messico?
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Consideriamo per esempio cinque tra i peggiori uragani della storia degli Stati Uniti:
- l’uragano Andrew che nell’agosto 1992 colpì la Florida e le Bahamas
- l’uragano Ivan che nel settembre 2004 si è abbattuto su diverse isole dei Caraibi prima di colpire Alabama, Florida, Texas e Louisiana
- l’uragano Katrina che il 25 agosto del 2005 colpì in particolare la città di New Orleans in Louisiana
- l’uragano Ike che nel settembre 2008 devastò Cuba, Texas, Louisiana e Arkansas
- l’uragano Sandy che nell’ottobre 2012 si è abbattuto sulle isole Bahamas, sulla costa orientale degli Stati Uniti e su quella del Canada
Questi eventi meteorologici, compreso Harvey, si sono tutti verificati nel giro degli ultimi 25 anni. Questo dato da solo non dimostra che esista davvero una relazione tra l’uragano recentemente abbattutosi sugli Stati Uniti e il cambiamento climatico, eppure, in una recente dichiarazione, l’Organizzazione meteorologica mondiale ha detto che esiste una correlazione non tra la formazione di questo tipo di tempeste, ma con l’intensità delle loro piogge.
“Il cambiamento climatico comporta che in occasione di eventi come Harvey, l’ammontare delle precipitazioni saranno probabilmente maggiori del previsto”, ha detto Claire Nullis, portavoce ufficiale di questa agenzia delle Nazioni Unite. “Il cambiamento climatico ha a che fare proprio con l’incremento delle precipitazioni”.
È possibile confrontare l’uragano Harvey con queste altre enormi tempeste? Ci abbiamo provato, servendoci dei dati forniti dal Centro statunitense per gli uragani della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), l’agenzia federale statunitense che si occupa proprio di meteorologia e uragani.
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Harvey e i suoi predecessori
Tutte queste tempeste, formatesi tra agosto e ottobre, hanno avuto origine nell’oceano Atlantico e si sono poi abbattute prima su diverse isole caraibiche e poi sulle coste degli Stati Uniti meridionali e orientali.
L’uragano Andrew fu il primo del 1992 e colpì il nord delle isole Bahamas e la Florida meridionale a Homestead, a sud di Miami, continuando nel Golfo del Messico, per poi andare a colpire la costa meridionale della Louisiana, nella zona di Morgan City.
Quando ha colpito gli Stati Uniti, Andrew è stata classificata come tempesta di categoria 5 e ha prodotto sulle zone colpite precipitazioni tra i 17 e i 30 centimetri di pioggia. Questo uragano ha causato oltre 26 miliardi di dollari di danni e ucciso 26 persone, 23 negli Stati Uniti e 3 alle isole Bahamas.
L’uragano Ivan invece, nel settembre 2004, colpì l’isola caraibica di Grenada, al largo delle coste del Venezuela, e causò danni soprattutto in Giamaica, nelle isole Cayman e sull’isola di Cuba, in particolare nella sue zone occidentali. Nel suo picco di maggior intensità, registrato l’11 settembre del 2004, era grande quanto lo stato del Texas. Una volta superati i Caraibi andò a colpire la costa meridionale degli Stati Uniti, in particolare in Alabama.
Quando ha colpito gli Stati Uniti, Ivan è stata classificata come tempesta di categoria 3 e ha prodotto sulle zone colpite precipitazioni tra i 25 e i 38 centimetri di pioggia. Questo uragano ha causato quasi 19 miliardi di dollari di danni e ucciso 92 persone, 25 negli Stati Uniti, 39 sull’isola di Grenada, 17 in Giamaica, quattro nella Repubblica Dominicana, tre in Venezuela, due alle isola Cayman, una persona sull’isola di Tobago e un’altra alle isole Barbados.
Nel 2005 invece si verificò quello che è stato definito l’uragano più disastroso in termini economici e di vite umane che abbia mai colpito gli Stati Uniti nella loro storia recente, Katrina. L’ampiezza di questa tempesta fece registrare un picco di oltre 640 chilometri di diametro.
Si formò al largo delle isole Bahamas il 23 agosto 2005, e attraversò la Florida meridionale prima di rafforzarsi sulle acque del Golfo del Messico e andare a colpire prima il sud della Louisiana e poi il confine tra Louisiana e Mississippi, devastando la città di New Orleans.
Quando ha colpito gli Stati Uniti, Katrina è stata classificata come tempesta di categoria 3 e ha prodotto sulle zone colpite precipitazioni di oltre 43 centimetri di pioggia. Questo uragano ha causato oltre 175 miliardi di dollari di danni e ucciso 1.800 persone negli Stati Uniti.
L’uragano Ike invece nel settembre 2008 partì addirittura come tempesta tropicale occidentale al largo delle isole di Capo Verde, lo stato africano dell’Atlantico orientale che si trova sulla costa ovest dell’Africa settentrionale. Ike colpì prima Haiti, poi Cuba e infine gli Stati Uniti, in particolare Texas, Louisiana e Arkansas.
Quando ha colpito gli Stati Uniti, Ike è stata classificata come tempesta di categoria 2 e ha prodotto sulle zone colpite precipitazioni di oltre 48 centimetri di pioggia. Questo uragano ha causato quasi 30 miliardi di dollari di danni e ucciso 103 persone tra Stati Uniti, Haiti, Repubblica Dominicana e Cuba.
L’uragano Sandy infine, originatosi nel sud del Golfo del Messico, nell’ottobre 2012 si è abbattuto su Giamaica, Cuba, isole Bahamas, Haiti, Repubblica Dominicana e sulla costa orientale degli Stati Uniti, raggiungendo addirittura la zona meridionale della regione dei grandi laghi degli Stati Uniti e perfino il Canada orientale.
Al culmine della sua potenza il diametro della tempesta misurava oltre 775 chilometri. Quando ha colpito Cuba, Sandy è stata classificata come tempesta di categoria 2, in seguito arrivato sulla costa orientale degli Stati Uniti è stato declassato a ciclone post-tropicale e qui ha prodotto precipitazioni di oltre 17 centimetri di pioggia.
Questo uragano ha causato quasi 50 miliardi di dollari di danni e ucciso 147 persone, 72 negli Stati Uniti, 54 a Haiti, 11 a Cuba, tre nella Repubblica Dominicana, due alle isole Bahamas, una in Giamaica, una in Canada, una sull’isola di Porto Rico e due persone morirono in mare.
Altri 87 morti furono registrati nei giorni successivi a seguito delle ferite riportate durante il passaggio della tempesta.
Per quanto riguarda Harvey invece, la tempesta ha colpito vaste aree del sud-est del Texas e della Louisiana, producendo oltre un metro di pioggia sulle zone colpite. Al momento Harvey ha ucciso almeno 44 persone, mentre altre 19 risultano disperse.
Quasi 800mila texani hanno dovuto lasciare le proprie case per l’alluvione e altri 980mila hanno scelto di evacuare volontariamente le aree colpite per evitare di restare intrappolati dall’immensa quantità d’acqua riversatasi sulla regione.
Oltre 100mila case sono state danneggiate dalle piogge torrenziali, mentre quasi 190mila tra abitazioni e aziende sono rimaste senza energia elettrica per i black-out causati dalla tempesta. Si stima un costo dei danni tra gli 81 e i 108 miliardi di dollari.
In conclusione la tempesta abbattutasi nei giorni scorsi e che ancora imperversa in vaste aree degli Stati Uniti meridionali ha visto illustri e potenti precedenti, ma ciò che l’ha caratterizzata di più in termini negativi, è stata certamente l’intensità delle piogge e l’ammontare di acqua riversato sulle zone colpite.
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