Clima: arriva l’accordo alla Cop26, intesa al ribasso sul carbone. Il presidente della Conferenza: “Sono profondamente dispiaciuto”
È stato approvato il testo dell’accordo finale alla Cop26, con cui i 197 paesi che hanno preso parte all’importante vertice sul clima a Glasgow si sono impegnati a rivedere entro la fine dell’anno prossimo i propri piani per le emissioni di gas serra. L’accordo, raggiunto dopo cambiamenti all’ultimo minuto su temi chiave per la lotta al riscaldamento globale, chiede anche ai paesi più ricchi di “almeno raddoppiare” entro il 2025 gli aiuti ai paesi più esposti al rischi del cambiamento climatico.
Il vertice, tenuto dal Regno Unito durante le ultime due settimane, aveva l’obiettivo di catalizzare gli sforzi internazionali per contenere gli effetti più gravi del cambiamento climatico e centrare gli obiettivi dell’accordo di Parigi. L’accordo, raggiunto nel 2015, mira a mantenere l’aumento delle temperature entro fine secolo a 2° rispetto ai livelli preindustriali e di perseguire gli sforzi per limitare l’aumento a 1,5°. Un obiettivo che rimane ambizioso anche dopo il vertice concluso domenica sera, in cui non è stata raggiunta un’intesa su questioni cruciali come l’entità e la rapidità delle riduzioni delle emissioni dei singoli paesi nei prossimi anni.
L’accordo di Glasgow chiede per la prima volta a tutti i paesi di ridurre gradualmente il carbone e i sussidi ai combustibili fossili, senza tuttavia specificare una data di scadenza per il raggiungimento dei due obiettivi. Su questo tema, l’India è riuscita a introdurre all’ultimo minuto una modifica che ha ulteriormente indebolito l’impegno previsto dall’accordo per la fine del carbone, facendo sostituire il termine “phase out” (eliminazione progressiva) con “phase down” (riduzione progressiva). Una proposta passata nonostante le perplessità dello stesso presidente della Cop26, Alok Sharma. “Posso solo dire a tutti i delegati che mi scuso per il modo in cui questo processo si è svolto e sono profondamente dispiaciuto”, ha detto. “Capisco anche la profonda delusione, ma penso che, come hai notato, sia anche fondamentale proteggere questo pacchetto”.
“Hanno cambiato una parola”, ha commentato Jennifer Morgan, direttrice esecutiva di Greenpeace, “non possono cambiare il segnale che emerge da questo summit”.
“Dobbiamo riconoscere che c’è stato un progresso, ci sono nuove opportunità per i paesi di mettere in pratica soluzioni per evitare la catastrofe climatica. Ma o inizieranno a implementare con decisione queste soluzioni, o la loro credibilità continuerà a essere a rischio”, ha detto Manuel Pulgar-Vidal, del Wwf. Anche John Kerry, inviato della presidenza degli Stati Uniti per il clima ha parlato di un “buon accordo”, nonostante “qualche problema”.
“Ecco un breve riassunto: Bla, bla, bla. Ma il vero lavoro continua fuori da queste sale. E non ci arrenderemo mai, mai”, la sintesi invece dell’attivista Greta Thunberg.