Aveva chili di plastica nella pancia. Un giovane esemplare di capodoglio di sei anni è stato trovato morto sulla spiaggia siciliana di Lascari, tra Cefalù e Buofornello, a nord della regione.
A riferirlo per primo è Greenpeace, che ha fatto circolare sul web le immagini dell’animale morto sul bagnasciuga insieme a quelle dei materiali plastici ritrovati all’interno del suo ventre: buste, sacchetti di plastica, reti, sono solo alcuni esempi di ciò che gli esperti dell’Istituto zooprofilattico siciliano in collaborazione con le università di Messina e di Padova hanno trovato.
Anche se non è ancora sicuro che la causa del decesso dell’animale sia da collegarsi direttamente con l’ingestione di chili di plastica, Greenpeace lancia l’allarme e lo fa forte chiaro: “Non possiamo certo far finta che non stia succedendo nulla. Il mare ci sta inviando un grido di allarme, un SOS disperato. Bisogna intervenire subito per salvare le meravigliose creature che lo abitano”, ha detto Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare dell’organizzazione non governativa.
Quello del cucciolo di capodoglio trovato a Lascari non è infatti che la cima dell’iceberg: negli ultimi cinque mesi sono stati trovati cinque esemplari della stessa specie spiaggiati e privi di vita sui litorali italiani.
L’ultimo caso risale al primo aprile scorso, quando a Porto Cervo (Sardegna) sono stati trovati addirittura 22 chili di plastica nello stomaco di una femmina di capodoglio, che tra l’altro era incinta.
“Ci stiamo attivando con The Blue Dream Project e con i ricercatori per monitorare lo stato di salute del Mediterraneo. Tenetevi pronti, perché vi faremo vedere quello che succede anche nelle acque di casa”, ha scritto Greenpeace sul suo account Instagram questo lunedì 20 maggio.