Una vasta porzione di terra ghiacciata ha iniziato a sciogliersi in Antartide. Si tratta di quasi 800mila chilometri quadrati di terreno, pari alla superficie della Turchia, che da un’immensa massa ghiacciata si è trasformata in un’enorme piscina a cielo aperto.
Il processo di scongelamento, iniziato nel gennaio del 2016, ha assunto in poche settimane dimensioni epiche. L’evento è stato descritto su Nature Communication da alcuni scienziati in collaborazione con l’ARM West Antartic Radiation Experiment (AWARE).
Questi ultimi hanno assistito con grande stupore, in poco più di 15 giorni, allo scioglimento di gran parte della Barriera di Ross, la più vasta piattaforma ghiacciata dell’Antartico. I dati da loro rilevati hanno mostrato bassi livelli di nuvole e precipitazioni, elementi che hanno senz’altro contribuito ad aggravare la già critica situazione iniziale.
Quello che è emerso è che il processo di scongelamento potrebbe essere stato originato da El Nino, un intenso fenomeno metereologico che tra il 2015 e il 2016 ha avuto notevoli ripercussioni sull’aumento della temperatura globale, con i valori più alti registrati dagli anni Cinquanta.
Le alte temperature raggiunte dalle acque del Pacifico potrebbero aver determinato lo spostamento di masse di aria calda verso l’Antartide. Non c’è certezza però che i due fenomeni siano necessariamente collegati, né che El Nino sia l’unica causa dello scioglimento. A essa contribuiscono anche le emissioni di carbonio nell’atmosfera, notevolmente aumentate negli ultimi anni.
I ghiacciai dell’Ovest Antartide contengono una quantità di acqua ghiacciata tale da innalzare di almeno 10 piedi il livello delle acque. La loro massa, tuttavia, va sempre più riducendosi a causa del riscaldamento delle acque e dei recenti cambiamenti climatici. Episodi come questo, ancora su scala relativamente ridotta, sono fortunatamente circoscritti nel tempo.