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    Gli animali maltrattati per ricavarne pellicce

    Le foto di Jo-Anne McArthur sono una testimonianza forte delle terribili condizioni di vita in cui animali allevati per le loro pellicce come volpi e visoni sono costretti a vivere. Sono tanti a sviluppare disturbi ossessivo-compulsivi

    Di Giuseppe Loris Ienco
    Pubblicato il 4 Ott. 2017 alle 17:45 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:58

    La fotografa e attivista canadese Jo-Anne McArthur ha realizzato una serie di foto all’interno di allevamenti di animali da pelliccia.

    La maggior parte di questi si trovano nei pressi di luoghi nei quali gli animali vivrebbero in natura, in modo tale da permettergli di riconoscere il loro habitat anche se costretti a vivere all’interno di gabbie strettissime.

    Foto di Jo-Anne McArthur

    Le condizioni in cui questi animali devono vivere sono talmente terribili da spingerli alla pazzia e allo sviluppo di disturbi ossessivo-compulsivi.

    Tra i visoni sono frequenti casi di automutilazione e cannibalismo. Le volpi, invece, tendono a rosicchiare in maniera nervosa le sbarre delle loro celle come reazione allo stress accumulato.

    Foto di Jo-Anne McArthur

    Gli animali che non riescono a essere salvati dagli attivisti vengono sfrutatti per la riproduzione o uccisi per la loro pelliccia. Spesso vengono soppressi tramite elettrocuzione anale, iniezione di veleno o con gas letali.

    Sono tanti anche quelli che, dopo essere stati tratti in salvo dagli allevamenti, sono stati sottoposti a eutanasia a causa di gravi malattie o ferite.

    La maggior parte delle foto scattate da McArthur, raccolte nel libro We Animals, sono state scattate senza permesso nel corso di sopralluoghi notturni da parte di gruppi di animalisti.

    Foto di Jo-Anne McArthur

     

    Foto di Jo-Anne McArthur

     

    Foto di Jo-Anne McArthur

     

    Foto di Jo-Anne McArthur

     

     

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