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Così i robot del sesso stanno rivoluzionando le relazioni umane

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Dove inizia e dove finisce il confine di ciò che è etico e ciò che non lo è? I robot del sesso incitano allo stupro? Sarà lecito crearne alcuni dalle fattezze di un bambino come freno alla pedofilia?

I robot del sesso cambieranno la nostra vita? La nuova frontiera tecnologica, potrebbe, potenzialmente, fornire validi servizi per coloro anziani, disabili o per coloro i quali trovano traumatico il rapporto sessuale. Ma dove inizia e dove finisce il confine di ciò che è etico e ciò che non lo è? Quanto la loro presenza aumenta l’oggettificazione della donna? Quanto rende leciti desideri che sarebbero altrimenti illegali? Il Guardian ed il Telegraph hanno dedicato due articoli al tema dei robot del sesso in seguito agli sviluppi del dibattito sull’etica degli androidi del sesso.

Gli autori dell’articolo della Fondazione per la Robotica Responsabile (FRR – Foundation for Responsible Robotics), credono di poter annunciare una “rivoluzione” nel sesso, aiutando le persone che hanno difficoltà ad avere relazioni intime.

“Se parliamo di individui non solamente disabili ma anche traumatizzati, in qualche modo questo potrebbe rivelarsi uno strumento benefico per aiutarli durante il loro processo di guarigione”, afferma la dottoressa Aimee van Wynsberghe, docente di etica e tecnologia all’Università di Delft e condirettrice della FRR.

“Ci sono sicuramente dei benefici in questa tecnologia ma, come in qualsiasi altra cosa, c’è bisogno di un equilibrio. Bisogna trovare un compromesso tra l’assenza di regolamentazione – in modo da poter avere differenti usi e personificazioni di bambini e donne come oggetti sessuali – e l’eccessiva regolamentazione che reprimerebbe la tecnologia. Si deve trovare un equilibrio in modo da poterne trarre il meglio”, aggiunge van Wynsberghe.

Tra i possibili beneficiari dell’interazione con i robot del sesso vi sono gli anziani nelle case di riposo, persone di entrambi i sessi che hanno subito esperienze sessuali traumatiche e uomini che soffrono di disfunzione erettile o eiaculazione precoce.

Il coautore dell’articolo, Noel Sharkey, professore di intelligenza artificiale e robotica all’università di Sheffield, sostiene: “La popolarità dei robot sarà determinata da quanto saranno realistici e dalla loro accettazione sociale. Nonostante i robot assomiglino agli umani, le loro movenze e le capacità espressive sono ancora primitive, rendendoli ancora molto lontani da quanto è possibile vedere nel bordello della serie tv Westworld”.

“Potrebbe essere un mercato di nicchia o potrebbe essere qualcosa da notte d’addio al celibato,” aggiunge Sharkey. Auspicando anche che potrebbero essere un “modo sicuro” per le coppie per provare l’esperienza di un mènage à trois.

Esistono attualmente quattro produttori di robot del sesso, con dei prezzi che variano tra 5.000 e 15.000 dollari, ma l’intenzione è quella di renderli più economici.

Tra i vari modelli disponibili c’è il RoxxxyGold, che ha sollevato delle polemiche a causa di una delle modalità d’uso selezionabili – la “Frigida Farah” – in cui la personalità è descritta come “riservata e timida”. Uno documento pubblicato nel 2017 dice che il produttore ha affermato che se toccata nelle sue parti intime, e probabile che ella non apprezzi troppo le avance, spingendo alcuni ad affermare il rischio di indurre fantasie di stupro.

“Alcune persone dicono che sia meglio stuprare un robot che persone vere. È possibile avere un rapporto sessuale godibile con la propria moglie, ma quando si tratta di fantasie sullo stupro, la si asseconda e si stupra un robot. Ma ci sono persone che dicono che questo non farebbe altro che incoraggiare maggiormente gli stupratori”, ha detto Sharkey.

Sorgono anche paure che possano essere creati robot del sesso con l’aspetto di un bambini. Esistono già bambole gonfiabili prodotte da una compagnia giapponese di proprietà di un pedofilo reo confesso, il quale sostiene che tali bambole impediscano a lui e ad altri pedofili di abusare di bambini reali. Tuttavia, Sharkey è scettico sull’argomento che i robot possano aiutare a superare le fantasie di stupro e pedofilia, suggerendo al contrario che è più probabile che le incoraggino.

Anche Patrick Lin, direttore di etica e del gruppo di scienze emergenti, alla California Polytechnic State University, è scettico sulla questione. “Curare i pedofili con robot dalle fattezze di un bambino è una idea dubbia e rivoltante. Immaginate di voler curare il razzismo lasciando usare a un bigotto un robot dalla pelle nera. Funzionerebbe? Probabilmente no”.

Sono disponibili sia robot maschi che femmine, tuttavia ci sono preoccupazioni che essi possano amplificare l’oggettificazione delle donne, in seguito a lamentele che le versioni femminili sono basate su rappresentazioni fortemente ispirate dalla pornografia.

“I robot del sesso sono un interessante caso di studio se si vuole affrontare una delle questioni principali della robotica. Che genere di conseguenze ha sul fruitore umano l’interazione con questi compagni robotici? Questa idea di perdita di abilità morali significherà che non vorremmo più interagire con gli umani perché è più facile parlare o ricevere gratificazione sessuale da un robot?” prosegue ancora Van Wynsberghe.

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