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Il referendum sui migranti in Ungheria non raggiunge il quorum

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L'affluenza alle urne non ha raggiunto il 50 per cento, ma quasi tutti coloro che si sono recati a votare hanno respinto le quote di ripartizione decise dall'Ue

Il referendum in Ungheria sulla ripartizione dei migranti nell’Unione europea non ha raggiunto il quorum del 50 per cento. 

Ma il quadro della votazione tenuta domenica 2 ottobre, è molto chiaro. Quasi tutti gli elettori ungheresi che si sono recati alle urne hanno votato NO alle quote di ripartizione di migranti decise dall’Unione europea.

Secondo l’Ufficio elettorale nazionale, a scrutinio quasi terminato, il 98,3 per cento di coloro che hanno espresso una preferenza, si sono schierati al fianco del primo ministro Viktor Orban a sfidare Bruxelles.

Attaccato dalle opposizioni, il premier ha dichiarato che modificherà la costituzione per garantire che l’Unione europea non invii i migranti in Ungheria dopo il referendum.

“Non importa se il referendum risulterà valido o meno: conseguenze giuridiche ci saranno comunque. L’importante è che i NO siano maggioranza”, aveva dichiarato il premier ungherese dopo essersi recato al seggio nel suo quartiere a Budapest.

Degli 8,26 milioni di aventi diritto, solo il 40 per cento, ossia circa 3,249 milioni di persone, si sono recati a votare. Nel 2004, quando si votava sull’accesso all’Unione europea, avevano partecipato 3,056 milioni di elettori.

Malgrado il referendum non abbia raggiunto il quorum e proprio come sostiene Orban, quindi, i risultati di questa domenica sono altamente significativi.

Come altri paesi ex comunisti del blocco dell’est europeo, l’Ungheria si oppone strenuamente alla politica dell’Ue di ripartire i richiedenti asilo tra i paesi membri, nonostante la quota assegnata a Budapest sia di meno di 1.300 persone.

Il governo di destra ungherese ha reagito all’afflusso dei migranti provenienti dai Balcani e diretti verso i paesi del nord Europa sigillando i suoi confini con filo spinato e migliaia di uomini dell’esercito e della polizia schierati lungo le frontiere meridionali.

L’Ungheria, con le sue radici cristiane, non intende accogliere i migranti musulmani che minerebbero la sicurezza del paese, sostiene Orban.

Inoltre, Budapest ritiene che la questione dell’immigrazione sia un affare interno dei singoli paesi membri dell’Ue e che non devono esserci ingerenze da parte di Bruxelles, contrariamente all’esigenza sottolineata dai leader di Germania e Italia rispetto alla collaborazione di tutta l’Europa nella gestione della cosiddetta crisi dei migranti.

Orban non si è attirato solo le critiche degli altri leader europei, ma anche dei gruppi in difesa dei diritti umani che ne hanno denunciato la retorica populista e demagogica a chiaro sfondo xenofobo e anti islamico.

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