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Home » Esteri

La Turchia accusa i curdi dell’attentato di Ankara e bombarda il Pkk in Iraq

Immagine di copertina

Nove persone sono state arrestate. Sei soldati sono morti stamattina nel sud est della Turchia

È salito a 28 morti e 61 feriti il bilancio dell’attentato del 17 febbraio 2016 al centro di Ankara, nei pressi del parlamento e del quartier generale dell’esercito.

Il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) del presidente Recep Tayyip Erdoğan lo ha definito un “atto terroristico”.

Delle 28 vittime, 26 erano soldati. L’obiettivo dell’attacco erano infatti dei convogli militari. 

Secondo il primo ministro turco, Ahmet Davutoğlu, la responsabilità dell’attacco sarebbe delle milizie curde siriane del Ypg, con il sostegno del partito dei lavoratori del Kurdistan, il Pkk, dichiarato fuorilegge dal governo turco.

La polizia ha fatto sapere di aver già arrestato nove sospettati. 

Stamattina un convoglio militare nel sud est della Turchia, tra le città di Diyarbakir e Bingol, è stato colpito da una bomba che ha ucciso almeno sei soldati. 

Davutoğlu sostiene che l’attentato di Ankara conferma che il Ypg è un gruppo terroristico e ha detto che si aspetta che gli alleati della Turchia cooperino nella lotta di Ankara contro la milizia in Siria. 

Gli Stati Uniti, al contrario di Ankara, non considerano dei terroristi i miliziani siriani curdi. Nella lotta contro il sedicente Stato islamico le truppe statunitensi hanno infatti spesso sostenuto i miliziani.  

Intanto la Turchia ha annunciato di aver attaccato le forze del Pkk nel nord dell’Iraq nella giornata di ieri, uccidendo alcuni combattenti in un campo di addestramento. 

L’infografica mostra le relazioni della Turchia con i Curdi turchi, con quelli siriani e con quelli iracheni. Credit: Bbc News


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