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Home » Esteri

Sono ripresi i bombardamenti su Aleppo, decine di vittime

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I jet dell'aviazione di Mosca hanno ripreso a colpire le aree in mano ai ribelli siriani dopo alcuni giorni di relativa calma

I jet russi hanno ripreso martedì 11 ottobre 2016 a bombardare pesantemente i quartieri orientali di Aleppo controllati dai ribelli dopo alcuni di giorni di relativa calma.

I raid aerei, circa una trentina, hanno colpito in particolare l’area di Bustan al-Qasr, a ridosso dell’antica cittadella. Il bilancio degli attacchi su questo e altri quartieri è di almeno 25 vittime e decine di feriti. Sarebbero stati colpiti anche un centro medico e un parco giochi.

In totale, i raid sulle aree dentro e fuori la città siriana settentrionale controllate dai ribelli hanno ucciso circa una cinquantina di persone.

Intanto, l’esercito regolare siriano ha reso noto di aver consolidato, con l’appoggio delle milizie sostenute dall’Iran, il controllo su uno degli incroci stradali più importanti, la rotatoria di al-Jandoul, alla periferia nord di Aleppo.

Mentre l’intervento russo al fianco delle forze del presidente siriano Bashar al-Assad circa un anno fa ha consentito a Damasco di recuperare terreno in diverse aree del paese, tra cui la provincia di Aleppo (il cui completo controllo sarebbe di grande rilevanza strategica) e quella più centrale di Hama, vicino al confine turco i ribelli sostenuti da Ankara e Washington hanno circondato Dabiq, un villaggio nelle mani dell’Isis ritenuto particolarmente importante dal gruppo estremista.

Dabiq, infatti, figura nelle profezie apocalittiche sposate dal sedicente califfato come il luogo dello scontro finale tra i musulmani e i nemici “romani”.

Il Free Syrian Army (Fsa) è penetrato verso sud nei territori controllati dall’Isis in una campagna sponsorizzata dalla Turchia avviata il 24 agosto, ma centinaia di mine disseminate dai miliziani estremisti rendono particolarmente difficile e pericolosa la loro avanzata e incerte le conquiste.

(Operazioni di soccorso della Syrian Civil Defence, i cosiddetti White Helmets, dopo i bombardamenti sulla città siriana di Aleppo. Credit: Twitter/Raed Al Saleh)

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