Trovati gli ultimi corpi all’hotel Rigopiano
Il bilancio finale delle vittime della valanga che ha travolto l'albergo il 18 gennaio è di 29 morti. Il racconto dei sopravvissuti
Non si cercano più dispersi tra le macerie dell’hotel Rigopiano, travolto da una valanga dopo le tre forti scosse di terremoto del 18 gennaio. Gli ultimi corpi sono stati recuperati nella tarda serata del 25 gennaio e il bilancio finale delle vittime è di 29, di cui quindici uomini e quattordici donne.
Quando la struttura è stata travolta dalla neve, al suo interno c’erano 40 persone. Undici i sopravvissuti, tra questi i quattro bambini che erano tra gli ospiti dell’albergo. Non ce l’hanno fatta Roberto Del Rosso, amministratore dell’albergo, Faye Dane, il rifugiato senegalese che lavorava al Rigopiano, e Stefano Feniello, fidanzato di Francesca Bronzi, che è sopravvissuta.
Tra le altre vittime identificate finora anche Rosa Barbara Nobilio e suo marito Piero di Pietro, Nadia Acconciamessa e il marito Sebastiano di Carlo, genitori di Edoardo di Carlo, il bambino di 10 anni sopravvissuto alla tragedia.
Ci sono poi Linda Salzetta, che lavorava come estetista all’hotel, Paola Tommasini, Ilaria De Biase, Luana Biferi, Jessica Tinari, Sara Angelozzi, Marinella Colangeli, il maitre dell’albergo Alessandro Giancaterino, il cameriere Gabriele D’Angelo, Marco Vagnarelli, il receptionist Alessandro Riccetti, Claudio Baldini, Emanuele Bonifazi.
In una conferenza stampa di mercoledì 25 gennaio il sostituto procuratore di PescaraCristina Tedeschini ha fatto sapere che al momento non ci sono indagati.
“Non ci sono casi in cui la causa esclusiva del decesso è l’ipotermia”, ha detto Tedeschini. “I primi sei accertamenti autoptici hanno dinamiche di decesso diverse l’una dall’altra. In alcuni casi ci sono state morti immediate per schiacciamento, in altri casi ci sono stati decessi meno immediati con concorrenza di cause: schiacciamento, ipotermia e asfissia”. Quindi per il pm in questi primi sei casi eventuali ritardi nei soccorsi non sarebbero stati causa diretta di morte.
Non è d’accordo Domenico Angelucci, medico legale di parte dei familiari di Gabriele D’Angelo. Per lui D’Angelo sarebbe morto assiderato sotto la valanga che ha travolto l’hotel. “Non ci sono segni di traumi né di asfissia come emorragie congiuntivali”, ha dichiarato il medico. “Secondo noi, se fosse stato soccorso entro due ore probabilmente poteva essere salvato”.
Nello stesso giorno hanno incontrato la stampa anche Giorgia e Vincenzo, i fidanzati di Giulianova estratti vivi dalle macerie, che hanno ringraziato i soccorritori e in particolare un vigile del fuoco di Firenze di nome Francesco.
“Eravamo in sala da tè, accanto al camino, come ci avevano consigliato di fare perché quella era la parte più sicura dell’albergo: abbiamo sentito un boato, abbiamo pensato di nuovo a un terremoto ma in un baleno ci siamo ritrovati sotto alla neve”, hanno raccontato.
La coppia era arrivata nell’albergo il pomeriggio del 17 gennaio. Vincenzo racconta che dopo il terremoto volevano andare via e avevano già le valigie in macchina. “Loro ci tranquillizzavano” racconta Giorgia. “Ci hanno detto di aspettare nella sala grande. Valanghe? No nessuno ci ha pensato e nessuno ce lo ha detto che poteva esserci il rischio”.
“Siamo orgogliosi dei soccorritori”, ha detto il 25 gennaio il premier Gentiloni che ha riferito in Senato sull’emergenza maltempo. “All’inizio le azioni sono state ritardate in modo drammatico per l’impossibilità di usare elicotteri, per il rischio di altre slavine e per le condizioni della viabilità. E avete visto in che modo l’albergo è stato poi raggiunto alle 4:30 del mattino. Da allora, è stato messo in atto ogni sforzo possibile umano, organizzativo e tecnico per raggiungere l’albergo, per trovare i dispersi e cercare di salvare vite umane”.
Qui sotto il video della conferenza stampa di Giorgia Galassi e Vincenzo Forte, sopravvissuti alla tragedia:
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