Le notizie di oggi
Quello che dovete sapere per questa giornata
Stati Uniti: la Casa Bianca ha definito “produttivo” il vertice che si è tenuto alle 18 ora newyorkese – 23 italiane – di lunedì 28 settembre tra il presidente americano Barack Obama e il suo omologo russo Vladimir Putin. I due capi di stato si sono incontrati privatamente per discutere della crisi siriana dopo che in mattinata i rispettivi discorsi davanti all’Assemblea delle Nazioni Unite non avevano mostrato la possibilità di punti in comune. Putin aveva proseguito sulla linea della legittimazione del governo siriano di Bashar al-Assad, mentre Obama aveva condannato le azioni del leader di Damasco contro il suo popolo. Durante l’incontro bilaterale, entrambi i capi di stato avrebbero mostrato apertura e disponibilità al dialogo, ma non si sarebbe giunti a un piano comune. Russia e Stati Uniti avrebbero però deciso di avviare colloqui sistematici per risolvere la situazione siriana, dopo un gelo di più di un anno tra i governi dei due Paesi.
– Bangladesh: il cooperante italiano Cesare Tavella, ucciso alle 19 locali di lunedì 28 settembre dall’Isis mentre faceva jogging nel quartiere diplomatico di Dhaka, la capitale del Bangladesh, sarebbe stato pedinato da tre uomini prima dell’agguato. L’attacco sarebbe stato, quindi, premeditato. Lo Stato islamico ha subito rivendicato su Twitter l’uccisione, definendo la vittima un “crociato”. “È stato ucciso con una pistola con il silenziatore per la volontà di Dio”, scrivono su un account gli estremisti islamici, prima di esplicitare la minaccia: “Avvisiamo i cittadini dell’alleanza crociata che non avranno nessuna sicurezza nella casa dell’Islam e che questo è solo l’inizio”. Proprio lunedì l’ufficio Esteri britannico aveva diffuso un allarme a causa della presunta minaccia terroristica nel Paese.
– Giamaica: il governo giamaicano ha chiesto al Regno Unito il pagamento di una multa che ammonterebbe a diversi miliardi di pound come risarcimento per la schiavitù imposta dalla Gran Bretagna all’isola durante l’occupazione, terminata con l’indipendenza della Giamaica nell’agosto del 1962. Il primo ministro inglese David Cameron martedì 29 settembre dovrà affrontare la questione durante la sua prima visita ufficiale al Paese caraibico. Secondo fonti del governo britannico, Cameron non sarebbe disponibile né a porgere scuse ufficiali né ad accettare il pagamento della multa. In una lettera aperta pubblicata sul quotidiano The Jamaica Observer, Sir Hilary Beckles, a capo della Caricom Reparations Commission – una commissione istituita dallo stato giamaicano per indagare sui crimini compiuti dai coloni nel Paese – ha precisato che la Giamaica non sta chiedendo alcun atto di “indecente sottomissione”, ma solo un’assunzione di responsabilità.
– Taiwan: l’isola è stata colpita nella notte tra lunedì 28 e martedì 29 settembre dal tifone Dujuan che ha provocato la morte di almeno due persone e ha lasciato 324 feriti. Sei escursionisti risultano tuttora dispersi. Le autorità di Taiwan hanno riferito che oltre 12mila persone sono state evacuate e almeno 3mila sarebbero state collocate in rifugi d’emergenza. Nella provincia meridionale cinese di Fujian, in vista dell’arrivo del tifone, sono stati cancellati più di cento voli e il servizio ferroviario è stato sospeso.
– Perù: almeno tre persone sono morte e 17 sono rimaste ferite durante gli scontri tra la polizia peruviana e i manifestanti che si erano riuniti davanti alla miniera di Las Bambas, nella regione centromeridionale di Apurimac, per protestare contro il progetto di una miniera di rame di proprietà cinese da 7,4 miliardi di dollari. Il direttore dell’ospedale della zona, Jose Soplopuco ha precisato che i mezzi di soccorso non sono potuti arrivare alla clinica di Challhuahuacho, la città più vicina al luogo degli scontri, perché la polizia ha aperto il fuoco sull’automobile che trasportava i dottori. Già sei persone sono morte dall’inizio dell’anno in Perù durante le manifestazioni organizzate dai contadini contro le miniere di proprietà estera.
– India: lunedì 28 settembre l’Agenzia spaziale indiana ha lanciato in orbita il suo primo satellite, Astrosat, permettendo all’India di diventare il primo Paese emergente a possedere un osservatorio spaziale proprio, unendosi a Stati Uniti, Russia, Giappone e Unione europea. Il lancio di Astrosat, che ha una vita di cinque anni e permetterà uno studio approfondito sui buchi neri, è avvenuto a Sriharikota, un isola nella baia del Bengala, nell’est dell’India.
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