Jeffrey, il Ghana e i fantasmi senza cittadinanza – VIDEO
Il video di Valerio Maggio durante il flash mob organizzato a Roma e in altre città italiane da quegli italiani che per la legge non possono essere riconosciuti come tali
Fantasmi in Piazza della Rotonda a Roma. Fantasmi senza cittadinanza, per la precisione. Sono i molti figli di immigrati che ancora oggi vivono senza cittadinanza, pur essendo nati in Italia o arrivati nel nostro paese prima del compimento dei 18 anni di età. Sono i cittadini-ponte, esistenze a metà fra l’Italia, a cui sentono di appartenere e che appartiene loro, e il paese d’origine dei propri genitori.
Roma, Bologna, Palermo, Napoli sono alcune delle città che hanno ospitato il 13 ottobre manifestazioni e flash mob organizzati dalle cosiddette G2, seconde generazioni: gli italiani senza cittadinanza. Giuridicamente in sospeso a causa dello ius sanguinis, diritto di sangue, che regola l’accesso alla cittadinanza nel nostro paese.
LA TESTIMONIANZA DI JEFFREY (Il pezzo prosegue dopo il video):
Le manifestazioni si sono tenute il 13 ottobre perché questa è una data significativa. Risale infatti a esattamente un anno prima, il 13 ottobre 2015, l’approvazione alla camera del disegno di legge che mira a modificare il sistema fondato sullo ius sanguinis. La legge, passata con 310 favorevoli, 66 contrari e 83 astenuti, un anno fa, ancora oggi, è ferma al senato. Non si tratta, tuttavia, dell’istituzione di un vero e proprio ius soli, il testo di legge prevede bensì due modi per acquisire la cittadinanza: lo “ius soli temperato” e lo “ius culturae”.
Secondo lo ius soli temperato potranno richiedere la cittadinanza italiana tutti i minori figli di stranieri che abbiano almeno un genitore in possesso del permesso di soggiorno Ue di lungo periodo. Per quanto riguarda lo ius culturae, la cittadinanza in questo caso è legata alla frequenza scolastica. Potrà diventare cittadino italiano il minore che, nato in Italia o arrivato entro i 12 anni, abbia concluso almeno un ciclo scolastico nel nostro paese.
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