La peggiore siccità degli ultimi 50 anni in Etiopia
Un etiope su dieci non ha cibo a sufficienza
L’Etiopia è nel bel mezzo della peggiore siccità dagli ultimi 50 anni. Un decimo degli abitanti del paese del corno d’Africa, oltre dieci milioni di persone, non ha cibo a sufficienza. Il bestiame muore di fame e di sete e manca l’acqua per irrigare i campi coltivati.
A lanciare l’allarme è l’organizzazione non governativa Save the Children, secondo cui si tratterebbe di una “emergenza da codice rosso”. Si tratta, secondo la ong, della crisi umanitaria con il più alto livello di emergenza al mondo in questo momento, insieme alla guerra in Siria.
Si prevede che entro agosto nasceranno in Etiopia almeno 350mila bambini, che saranno in grave pericolo a causa della malnutrizione dovuta alla siccità. Oltre ai neonati saranno in pericolo anche le loro madri, che andranno incontro a parti pericolosi e a causa della loro malnutrizione non potranno allattare al seno i figli. “Partorire in condizioni disperate dove non c’è cibo e dove la morte in massa del bestiame priva le madri di una fonte indispensabile di nutrizione per poter allattare, può essere pericolosissimo per i neonati e per le madri stesse” ha dichiarato John Graham, il direttore di Save the Children in Etiopia.
L’ong Save the Children ha chiesto ai rappresentanti politici del paese di farsi portavoce dell’emergenza al summit dell’Unione Africana, che si concluderà il prossimo 31 gennaio, e al quale è atteso anche il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon.
“Non ho mai visto una così debole risposta ad una carestia del genere da parte delle Nazioni Unite o della comunità internazionale”, ha messo in guardia John Graham. La grave siccità sarebbe legata a El Niño, un fenomeno climatico che si verifica in media ogni 5 anni e che interessa l’Oceano Pacifico, che provoca riscaldamento anomalo delle acque, con conseguenze che variano dalla siccità alle inondazioni a seconda delle zone interessate.
L’ufficio per il coordinamento degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite ha promesso di stanziare un miliardo e 400 milioni di dollari, ma non tutti questi soldi sono ancora stati pagati. L’Etiopia, il secondo paese più popoloso del continente africano, è stata colpita da due stagioni di siccità consecutive, e di conseguenza con due raccolti persi.
“La gravità di questa siccità non somiglia a niente a cui abbia assistito in 19 anni che vivo in questo paese”, ha detto Graham. Due milioni e mezzo di bambini rischiano di non poter continuare ad andare a scuola quest’anno, a causa della siccità. Intanto il numero degli etiopi in fuga dalla carestia continua a crescere. Il governo della Tanzania il 26 gennaio 2016 ha minacciato di rimandare indietro centinaia di migranti etiopi che hanno attraversato illegalmente il confine con il loro paese.
La Tanzania è il paese di transito più trafficato dai migranti che dai paesi del Corno d’Africa vogliono raggiungere il Sudafrica a bordo di camion per migliaia di chilometri, arrivando a pagare ai trafficanti dai mille ai duemila dollari a viaggio.