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Cosa succede in Burkina Faso

Immagine di copertina

Il presidente Blaise Compaoré si è dimesso ed è fuggito in Costa d'Avorio. L'esercito ha preso il potere

L’ex presidente del Burkina Faso Blaise Compaorè si è dimesso. Al momento si trova a Yamoussoukro, in Costa d’Avorio, secondo quanto riferiscono testimoni locali.

Intanto l’esercito ha preso il potere. In un primo momento il capo delle forze armate, Honoré Traoré, aveva annunciato di essere il nuovo presidente del Burkina Faso, ma in un comunicato del 1° novembre diffuso dallo stato maggiore dell’esercito – tra i cui firmatari c’è lo stesso Traoré – si legge che a guidare il governo di transizione del Paese è Isaac Zida, secondo in comando delle guardie dell’ex presidente Compaoré. (Aggiornato a sabato 1 novembre).

31 Ottobre

Alcuni manifestanti hanno fatto irruzione nell’appartamento del fratello dell’ex presidente Compaoré, Francois Compaorè, che ieri aveva tentato di lasciare il Paese per fuggire in Costa d’Avorio, ma era poi stato fermato da alcuni manifestanti.

Questa mattina centinaia di manifestanti si erano radunati di nuovo a Ouagadougou, la capitale, per chiedere nuovamente le dimissioni del presidente Compaoré.

Nelle prime ore del mattino, Compaoré aveva annunciato che sarebbe rimasto in carica per ancora un anno alla guida di un governo di transizione. Il capo di stato aveva detto che non si sarebbe dimesso nonostante le violente proteste anti-governative di centinaia di migliaia di manifestanti che in tre giorni hanno causato la morte di 30 persone e almeno 100 feriti.

Compaoré aveva anche detto che avrebbe mantenuto il potere durante i dodici mesi di transizione in vista di nuove elezioni. Ieri sera l’esercito del Burkina Faso aveva annunciato di aver sciolto il governo e l’Assemblea nazionale, e aveva imposto il coprifuoco notturno.

Perché si protesta in Burkina Faso

I manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro la proposta del governo di modificare la legge elettorale per consentire la rielezione nel 2015 del presidente Blaise Compaoré, al potere da 27 anni.

Compaoré è salito al potere in Burkina Faso con un colpo di stato del quale è stato protagonista nel 1987 e fa parte di Democrazia e Progresso (Cdp), il partito che detiene la maggioranza assoluta al parlamento e ha un accesso privilegiato alle risorse dello stato e ai media nazionali, secondo un rapporto di Freedom House. Proprio per questo motivo, i partiti d’opposizione hanno chiesto a gran voce la mobilitazione del popolo al fine di evitare che Compaoré venisse rieletto.

“Ventisette anni sono abbastanza”, recita uno degli slogan di questi giorni. “Facciamo questo perché Compaoré sta cercando di stare al potere troppo a lungo. Siamo stanchi di lui, vogliamo un cambiamento, se ne deve andare”, ha detto Seydou Kabre, un manifestante.

Cosa è successo

La polizia ha sparato lacrimogeni contro i dimostranti davanti alla sede del Parlamento a Ouagadougou. I manifestanti anti-governativi sono riusciti a penetrare nell’edificio e a saccheggiarlo, incendiandone anche alcune parti. Successivamente hanno preso d’assalto la sede della tv di stato e l’hanno oscurata, e si sono sentiti spari vicino al palazzo presidenziale.

Successivamente, a causa delle violente manifestazioni, il governo ha annunciato il ritiro del voto sulla revisione della Costituzione che avrebbe consentito al presidente di prolungare ulteriormente il suo mandato, secondo quanto comunicato da un portavoce dell’esecutivo facendo appello alla calma.

Ma la situazione si è complicata ulteriormente dopo che Compaoré aveva decretato lo stato d’emergenza, affermato di avere sciolto l’esecutivo e di avere avviato consultazioni con l’opposizione.

“Il capo delle Forze armate è incaricato di attuare questa decisione che entra in vigore oggi stesso. Il governo è sciolto da questo momento”, ha fatto sapere Compaorè nel comunicato diffuso da Radio Omega.

“Lo stato d’emergenza è inaccettabile. Chiediamo alla popolazione di mostrare che è contro questa decisione”, ha detto il leader dell’opposizione, Zéphirin Diabré. L’unica soluzione alla crisi del paese – ha detto – sono le dimissioni del presidente.

Anche il 31 ottobre il leader dell’opposizione ha chiesto al popolo di continuare la protesta.

Colpo di stato

I manifestanti hanno continuato nella loro azione violenta dando alla fiamme anche la casa del sindaco e quella del portavoce del governo, Alain Edouard Traore. La protesta si è poi allargata anche nella seconda città del Paese, Bobo-Dioulasso, dove i dimostranti anti-governativi hanno appiccato le fiamme al municipio, alla sede del partito di governo e hanno abbattuto una statua del presidente Compaorè.

Tra il 29 e il 30 ottobre si erano diffusi i timori di un colpo di stato e si era parlato di trattative in corso tra i militari e i manifestanti. Secondo alcuni testimoni, l’assalto dei manifestanti ai palazzi governativi di Ouagadougou, a cominciare dal parlamento, è stato resa possibile dal fatto che gli uomini delle forze dell’ordine non si sono opposti ma, anzi, si sono uniti agli aggressori.

Il  31 ottobre ci si aspettava un discorso l’ex ministro della Difesa, il generale Kouamè Louguè, rimosso dal suo incarico nel 2003 perché accusato di voler deporre il presidente Compaorè. Insieme a lui si credeva che sarebbe potuto riemergere anche Kaborè Boukary, che fu braccio destro dell’ex storico presidente del Burkina Faso, l’ex capitano militare e rivoluzionario marxista Thomas Isidore Sankara, ancora molto amato dal popolo tanto da essersi guadagnato il soprannome di Che Guevara africano.

Sankara fu l’uomo che nel 1984 rinominò la nazione da Alto Volta – dal nome del fiume che scorre nel Paese – a Burkina Faso, che significa “terra degli uomini incorruttibili”. Sankara fu ucciso nel 1987 e ancora oggi non si è a conoscenza dei colpevoli, anche se l’attuale presidente Compaorè è fortemente sospettato ma mai formalmente accusato.

Il fratello del presidente, Francois Compaorè, ha tentato di lasciare il Paese per fuggire verso la Costa d’Avorio, ma è stato fermato da alcuni manifestanti.

Da sapere

Le basi: il Burkina Faso è in Africa occidentale, a nord della Costa d’Avorio, del Ghana, del Togo e del Benin; a sud del Mali; e a sudovest del Niger. Ha una popolazione di circa 18 milioni di abitanti. Il Pil pro-capite è pari a 1.500 dollari, il che rende il Burkina Faso uno fra i Paesi più poveri al mondo.

Miniera d’oro: il Burkina Faso è uno dei principali produttori d’oro fra i Paesi africani.

Musulmani e cristiani: la maggioranza degli abitanti è composta da musulmani (50 per cento), ma c’è una significante minoranza di cristiani (30%). L’età media della popolazione è di poco inferiore ai 17 anni. Speranza di vita: 54 anni. L’1,6 per cento ha l’Aids (Dati: CIA Factbook).

Grado di libertàFreedom House definisce il Paese sotto la guida di Compaorè come “parzialmente libero”. Il Burkina Faso ospita a Ouagadougou una base militare degli Stati Uniti d’America che funge da polo per le operazione d’intelligence nell’area sub-sahariana, soprattutto nell’ambito della complessa operazione anti-terrorismo nell’area del Sahel.

Come il Burkina Faso: dal 1990, 11 capi di stato di Paesi dell’Africa sub-sahariana hanno provato a modificare la costituzione per abolire il limite di mandati e restare al potere. Sette fra questi leader ci sono riusciti (Ciad, Gabon, Guinea, Namibia, Togo, Uganda e Burkina Faso). Tre non ci sono riusciti (Malawi, Nigeria e Zambia). In un caso, nel 2010 in Niger, il tentativo di modificare la costituzione ha portato a un colpo di stato.

Una nuova primavera araba: è troppo presto per sapere quali conseguenze avranno nella storia questi giorni in Burkina Faso, ma il politologo Marc Lynch si è chiesto se questa protesta rimarrà isolata nel Paese o se si espanderà nelle altre nazioni dell’Africa sub-sahariana, come avvenuto nel 2011 con la primavera araba.

Nel mondo

L’ambasciatore italiano in Costa D’Avorio (sede diplomatica che ha anche la competenza sul Burkina Faso) Alfonso Di Riso ha reso noto che sono 200 gli italiani presenti nel Paese africano.

Gli Stati Uniti, l’Unione europea e l’Unione africana hanno invitato alla calma. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, intanto “sta seguendo con grande preoccupazione il deteriorarsi della situazione della sicurezza in Burkina Faso”. Il segretario generale ha chiesto al suo rappresentante speciale per l’Africa occidentale Mohamed Ibn Chambas di recarsi domani in visita nel Paese.

La Francia ha fatto un appello perché si ponga fine alle violenze. “Condanniamo le violenze avvenute all’assemblea nazionale del Burkina Faso. Ci appelliamo per un ritorno alla calma e chiediamo moderazione a tutti i partiti”, ha detto il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius.

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