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Il caso di stupro e omicidio di una sedicenne che sta sconvolgendo l’Argentina

Immagine di copertina

Lucia Perez è stata ripetutamente seviziata da alcuni uomini poi fermati dalla polizia. Dopo la sua morte, centinaia di persone nel paese hanno invocato giustizia

In un’immagine scattata con uno smartphone e pubblicata sui social media, Lucia Perez, una ragazza argentina di 16 anni, appare sorridente, come tutte le adolescenti della sua età. Studentessa all’ultimo anno di liceo, la giovane proveniva da una famiglia modesta. 

Ora il volto di Lucia campeggia sui cartelli che i residenti della sua città d’origine, Mar del Plata, sulla costa dell’oceano Atlantico, esibiscono da giorni per esprimere la loro profonda indignazione per uno degli omicidi più brutali commessi in Argentina negli ultimi mesi. 

La giovane è stata violentata da un gruppo di uomini, che hanno abusato del suo corpo sino a provocarne la morte. Dopo averla lavata con accuratezza per eliminare ogni possibile traccia, si sono preoccupati di cambiarle i vestiti e lasciarla agonizzante e priva di sensi all’ingresso dell’ospedale della città.

In un primo momento i medici hanno pensato che la ragazza fosse in overdose da droghe, e per qualche frazione di secondo sono riusciti a rianimarla, ma si è trattato di un successo di breve durata. Lucia Perez è deceduta poco dopo.

La ricostruzione di quanto accaduto la notte di sabato 8 ottobre è stata fatta dal pubblico ministero argentino, Maria Isabel Sanchez, ai media locali e riportata dal quotidiano spagnolo El Pais

Inizialmente si era creduto all’ipotesi di overdose, poiché il corpo della giovane non mostrava segni visibili di violenza. Ma, come ha precisato il procuratore Sanchez, “c’erano troppi punti oscuri che non combaciavano” e per questo la donna ha voluto approfondire il caso, giungendo alla tragica verità: Lucia era stata uccisa in modo barbaro, seviziata, violentata e impalata.

L’omicidio della 16enne ha sollevato un’ondata di proteste tra i cittadini di Mar del Plata, soprattutto tra le donne, che il mercoledì successivo all’episodio sono scese in piazza a manifestare.

(Qui sotto alcuni cartelli mostrano il volto di Lucia Perez. I manifestanti chiedono giustizia per lei e le altre donne uccise nel paese)

Ventiquattro ore dopo l’efferato assassinio, due uomini, rispettivamente di 23 e 41 anni, sono stati fermati con l’accusa di aver abusato sessualmente della giovane e di averne provocato la morte. Qualche ora dopo la polizia locale ha arrestato un terzo uomo, di 61 anni, accusato di aver cercato di coprire il reato cancellando le prove. 

Dalla ricostruzione dei fatti emerge che l’adolescente aveva contattato i due uomini per conto di un suo amico, interessato ad acquistare da loro della marijuana.

Il giorno in cui il delitto si è consumato, la giovane aveva lasciato la sua abitazione per recarsi nei pressi della casa di uno dei suo aguzzini. Lucia non immaginava che ad attenderla tra quelle quattro mura ci fosse la morte. Si sarebbe dovuta fermare giusto il tempo di pagare la dose ordinata e fare rientro a casa. 

Ma così non è stato. I due uomini l’hanno afferrata e hanno violato il suo corpo più volte, senza alcuna pietà. A ucciderla è stato un oggetto contundente di cui i due uomini si sono serviti per penetrarla, lacerandole i tessuti interni. Secondo le ipotesi avanzate dal procuratore si è trattato con ogni probabilità di un bastone. 

“La sua morte è stata causata da un riflesso vagale a seguito di abusi violenti con uno di questi oggetti che sono stati inseriti a fondo nella vagina e nell’ano, provocando delle profonde lacerazioni. Inoltre, la polizia ha trovato diversi preservativi usati sulla scena del crimine”, ha precisato Sanchez. 

Il brutale omicidio di Lucia Perez ha sconvolto tutto il paese e in particolare la sua città, Mar del Plata, che conta in tutto 600mila abitanti ed è situata a 400 chilometri a sud di Buenos Aires. 

L’ondata di proteste in tutto il paese

Il 19 ottobre centinaia di donne scenderanno in strada in segno di protesta contro il brutale omicidio di Lucia Perez, nel cosiddetto Miércoles Negro (il mercoledì nero).  

Dopo l’omicidio della giovane di Mar del Plata almeno altre quattro donne sono state assassinate in Argentina negli ultimi giorni: una donna di 55 anni è stata accoltellata dal suo ex marito, una giovane di 28 anni incinta di tre mesi è stata uccisa nello stesso modo a Santiago del Estero (nel nord del paese), un’altra donna di 38 anni è stata accoltellata dal marito, mentre un’adolescente di appena 15 anni è stata ritrovata morta nel fine settimana in un campo a Mendoza, nella parte ovest del paese, con evidenti segni di violenza. 

Una conta triste supportata da statistiche drammatiche. Secondo i dati elaborati dalla Corte suprema dell’Argentina, nel 2015 sono stati registrati 235 femminicidi – in media uno ogni 36 ore – mentre un anno prima la cifra si attestava a 255. 

Il brutale omicidio di Lucia Perez ha scosso le coscienze di molti e ha dato il via a grandi manifestazioni in tutte le principali città del paese. Le donne, con indosso abiti di colore nero in segno di lutto, hanno scandito lo slogan #NiUnaMenos (neanche una di meno), chiedendo giustizia per tutte le vittime uccise. 

(Qui sotto un’immagine listata a lutto e un appello rivolto a tutti per scendere in piazza il 19 ottobre vestiti di nero)

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