Si suicida dopo la luna di miele: la tremenda storia di Samuele
L'episodio si è verificato a Lonato del Garda, in provincia di Brescia
Si suicida dopo il matrimonio e il viaggio di nozze
Samuele si suicida a 27 anni dopo essere tornato dal viaggio di nozze insieme alla moglie Giulia, con cui si era sposato ad aprile.
Sembrava una persona serena e felice ma un destino familiare quasi inesorabile si è abbattuto su di lui, che si è tolto la vita impiccandosi nel frigo della macelleria di famiglia due giorno dopo essere tornato dal viaggio.
Come lui, originario di Lonato del Garda, nel Bresciano, il papà si era tolto la vita annegando in un canale all’età di 52 anni, quando Samuele di anni ne aveva 13, e così anche il nonno si era suicidato buttandosi sotto un treno a 62 anni.
In tutti e tre i casi, gli uomini non mostravano segni di depressione o disturbi tali da condurli al suicidio. Eppure, tutti e tre sono andati incontro allo stesso destino.
Un destino che sconvolge la famiglia e la moglie Giulia, che non aveva intravisto niente nei mesi di fidanzamento e durante il tanto atteso viaggio di nozze in Madagascar.
Ma Samuele si suicida dopo il viaggio di nozze e sconvolge tutta la famiglia.
“Sabato abbiamo festeggiato il ritorno con gli amici. Durante l’apericena abbiamo guardato foto e filmini dell’ Africa. Samuele era felice, diceva che erano stati i giorni più belli della sua vita e che l’anno prossimo saremmo andati a vedere un altro luogo speciale della terra. Per la prima volta la sera ci eravamo detti che desideravamo avere bambini”, racconta Giulia al sito di Repubblica.
“L’ultimo regalo che gli ho fatto è metterlo vicino al suo papà. Samuele non si era rassegnato al distacco, adesso l’ ha ritrovato. Dopo la cremazione, deporrò le ceneri nella tomba del padre”, continua la donna distrutta.
Samuele aveva trascorso la mattina con due fratelli. Avevano macellato i maiali del loro allevamento di Lonigo, come sempre, per le consegne della settimana in tutta Italia.
La moglie lo aspettava per pranzo a Montichiari, si era infortunata un dito e alle 15 aveva appuntamento dal medico. “Non rispondeva al telefono, ho mandato il cugino a vedere dov’era”, racconta ancora Giulia.
In famiglia si dice gli avessero diagnosticato un tumore.
Il papà Sergio, quando si era tolto la vita, aveva accompagnato Samuele a scuola poche ore prima del suicidio, e gli aveva detto: “Ciao, ci vediamo alle 14, torno io a prenderti. Comportati bene”.